Un innovativo progetto residenziale a Brooklyn, che ricrea il senso della comunità e stimola all’interazione. Un obiettivo che Studio ODA ha raggiunto grazie anche al coinvolgimento di celebri street artist locali
Nonostante sia tra le città più costose e individualiste al mondo, New York non è sicuramente nè elitaria nè esclusiva. Denizen ne è la riprova: un complesso residenziale mastodontico, e nuovo di zecca, che ha puntato tutto sulla cultura di strada e sul senso di comunità, pur rivolgendosi a un target medio-alto.
Infatti, Denizen (dall’inglese, abitante) è stato costruito lì dove sorgeva lo storico stabilimento Rheingold, iconico birrificio che ha sfornato birre dal 1883 al 1977, e come il suo predecessore, occupa due interi isolati urbani. E al posto della linea ferrata che attraversava la fabbrica, c’è oggi anche un parco urbano aperto al pubblico, che interseca gli spazi privati di Denizen.
Il senso comunitario e giocoso del progetto trova il suo culmine nel grande lavoro di copertura a graffiti commissionato a giovani artisti per le superfici interne vetrate del complesso
Spazi social
La visione che anima questo nuovo progetto è ampia e ambiziosa: l’architetto Eran Chen, fondatore dello studio di architettura ODA, ha voluto infondere un senso europeo del vivere, creando una moltitudine di spazi dove incontrarsi e di amenity da condividere, in un quartiere come quello di Bushwick che, seppure in rapida ascesa, conta ancora un’ampia percentuale di popolazione a basso reddito.
“Volevo che non si creasse un divario con la città reale ma che anzi, al contrario, questi due mondi coesistessero. Per questo abbiamo pensato a un parco e a delle aree con servizi retail e bar aperti anche al pubblico, ma soprattutto a un programma che coinvolgesse artisti locali, con la realizzazione di graffiti all’interno degli edifici”, dice Chen.
Con i suoi oltre 900 appartamenti, Denizen si divide in due blocchi a forma di L, offrendo spazi leisure che vanno dall’evocativa piscina vetrata coperta da volte in ceramica smaltata – le cosiddette “subway tile”, perchè ricordano le vecchie coperture delle stazioni della metro – alle saune nei cortili, dagli spazi di coworking alle palestre con parete da arrampicata, dalla stanza per il poker e i giochi da tavolo a un laboratorio per fare la birra, in omaggio al passato dell’area e in generale alla tradizione di Brooklyn.
L’arte è local, di strada
Il senso comunitario e insieme giocoso del progetto trova il suo culmine nel grande lavoro di copertura a graffiti commissionato a giovani artisti per le superfici interne vetrate del complesso. La creatività di circa undici street artist, molti locali ma riconosciuti a livello mondiale, dilata le superfici, aprendole a una dimensione di relazione con la cultura di strada. Painter come Rah Crawford e Gera Lozano hanno così realizzato tributi alla popolazione ispanica, mentre altri, come Inkala o Sipros, hanno lasciato un inconfondibile segno pop.
La talentuosa interior designer Ryoko Okada di ODA ha dovuto coordinare la convivenza dei graffiti con il decoro degli interni, e ammette che non è stato semplice: “c’e stato un momento in cui abbiamo lavorato in venti a questo progetto, ogni spazio doveva vivere di una connotazione unica e precisa”, dice scorrendo il dito sulla planimetria, suddivisa in un numero infinito di ambienti. “L’ingresso nord è più elegante e luminoso, con un tocco femminile e morbido. Con il suo verde menta, questo è uno spazio ‘floreale’ che sogna la natura, opposto a quello più muscolare dell’ingresso sud dove si fa invece largo uso di corten, metallo e legno, per citare il passato industriale e manifatturiero di Bushwick”, dice Ryoko.
Gli interni della hall settentrionale sono contrassegnati da coloratissimi divani Moroso sullo sfondo di pareti crema e dagli accenti della moquette verde lime, mentre all’ingresso sud risaltano le finiture in corten e i grandi tavoli e le pareti divisorie in legno.
Identità e community
Dei 911 appartamenti, il venti per cento è riservato alla categoria del “rent control”, ovvero affitti calmierati, mentre la restante parte è sul mercato immobiliare. E ovunque individualità e community coesistono, anche nei dettagli. Basti pensare che accanto alla porta di ogni appartamento, a margine del campanello, c’e una piccola scatola a vetri dove ogni proprietario può ‘inserire piccoli oggetti, simbolici della sua personalità, per presentarsi agli altri condomini. Così in uno c’e un cofanetto di Tiffany insieme a un profumo Gucci, mentre in un altro troviamo la riproduzione di un piccolo teschio!
Perchè lo spirito comunitario e l’interazione sono la vera e propria sfida in un luogo come questo, e di molti altri che stanno fiorendo nell’area con simili premesse, principalmente abitato da chi lavora in aziende corporate o in start-up, spesso nel settore tech, immersi nello schermo di un computer per molte ore al giorno, avvolti nel proprio mondo ma al tempo stesso seduti su soffici divani negli spazi comuni. E anche sul rooftop di Denizen si può ritrovare la visione. Tra un orto idroponico e una chaise longue all’ombra di un giardino fiorito, c’e un gruppo di ragazzi che si intrattiene parlando mentre griglia carne e verdure. E anche grazie all’architettura, la comunità, quella vera, si ricompone.