Il Ruralation Museum Hotel si trova al confine del China’s Nanjing Tangshan Geopark, e la sua costruzione rientra nella riqualificazione avviata nel 1995 grazie al ritrovamento dell’Homo Erectus Nankinensis. Un edificio che si presenta come una rovina archeologica del futuro
Se pensiamo allo sviluppo dell’architettura cinese, come osservatori occidentali ci colpiscono le quantità in gioco e la rapidità di esecuzione: in Cina l’1% degli architetti del mondo deve fare fronte al più consistente sviluppo urbano di sempre. Ma, nonostante le esigenze pressanti del contesto, una nuova generazione di professionisti sta riuscendo a coniugare le necessità della committenza con una sorprendente attenzione alla qualità.

Fra tutti, Zhang Lei ha un punto di vista originale. Quando nel 2009 fonda AZL Architects, tornando in Cina dalla Svizzera dove ha studiato, non è molto coinvolto dal dibattito sul rapporto con la tradizione locale, ma è più interessato a costruire spazi contemporanei. Il suo rapporto profondo con la tradizione sarà pertanto espresso prevalentemente in termini spaziali e sempre associato alla ricerca sui materiali. Una poetica che è evidente in tutti i lavori dello studio, incluso il progetto per il Ruralation Museum Hotel di Tangshan, vicino a Nanjing (Nanchino).

Il design hotel si trova al confine del China’s Nanjing Tangshan Geopark, e la sua costruzione – su una cava esistente – rientra nella riqualificazione paesaggistica di un’estesa area a est di Nanjing avviata nel 1995 grazie al ritrovamento dell’Homo erectus nankinensis. Nel 1993, infatti, furono trovati sulle colline di Tangshan frammenti di teschi maschili e femminili che datano a 500.000 anni fa, la cui scoperta ha permesso di comprendere meglio la diffusione del genere Homo in Asia. Successivamente, in seguito alla decisione di aprire l’area al pubblico, il governo locale ha affidato allo studio australiano Hassel il masterplan dell’area e a Odile Decq il progetto del Nanjing Homo Erectus Relic Museum, un edificio stratificato che asseconda l’orografia del terreno dove sono conservati i resti paleoantropologici.

Il Ruralation Museum Hotel si trova a sud ovest del museo ed è costruito in cemento e pietra bianca, in omaggio al contesto locale. La pietra è stata ricavata dagli scavi di fondazione, mentre il cemento bianco è stato per anni vanto della produzione industriale di Thangshan: China Cement Plant e Jiangnan-Xiao Ye Tian Cement Plant, entrambe attive nell’area prima della loro chiusura correlata all’espansione urbana e alla riconversione ecologica e famose per la qualità dei loro prodotti.

Il racconto del tempo e dell’evoluzione umana è la chiave di lettura dell’intervento, che nei suoi spazi esterni si presenta come una rovina archeologica del futuro. Incassato fra i pendii scoscesi delle colline circostanti, l’hotel si sviluppa su una superficie di 5.500 metri quadrati. L’ingresso avviene da un’apertura rettangolare nella facciata in calcestruzzo, che riquadra e in parte interrompe la vista del pendio circostante. Questo effetto di interno all’aria aperta, di spazio intimo protetto ma dialogante con la natura che lo circonda, si ritrova in tutti gli spazi lungo i tre assi che strutturano il complesso.

L’hotel è costituito da un primo volume in cui si concentrano le aree pubbliche e 39 camere di cinque tipi – con cortile e vista interna o sulle montagne, residenze a schiera, ville familiari e ville personalizzate VIP -tutte con sorgente termale. L’area pubblica comprende sale da pranzo cinesi e occidentali, spazi multifunzionali e per conferenze, una design library, sale espositive e fitness, uno spazio per la meditazione e una piscina all’aperto.

Dall’ingresso una rampa lungo l’asse est-ovest conduce alla hall circolare passando attraverso due vasche nere, la cui superficie scompare progressivamente dalla vista. La hall ha un aspetto cavernoso, che ci riporta al mondo dell’Homo erectus nankinensis. Da qui si raggiunge la Rotonda, il cuore dell’hotel dove il percorso d’ingresso si incrocia con l’asse principale nord-sud che collega l’area pubblica alle camere degli ospiti. L’asse est-ovest termina con una piscina a sfioro a sbalzo sul paesaggio.

Anche il percorso di distribuzione delle camere è caratterizzato dal contrasto fra lo specchio d’acqua nero e la pietra e il cemento delle murature, che a loro volta si stagliano sul verde scuro degli alberi e sul grigio delle rocce, come in una fotografia desaturata che esalta la dimensione geometrica del mondo. La composizione volumetrica è protagonista: lo spazio è scandito dalla sequenza delle piscine termali semicilindriche dei cortili e la prospettiva si conclude sul volume a due piani delle ville familiari, dietro alle quali l’asse nord-sud termina in un cilindro di cemento ai margini di un precipizio, progettato come luogo di meditazione. Ogni unità è dotata di un proprio spazio esterno. “È interessante” sottolinea Zhang Lei in un’intervista del 2014 a Pier Alessio Rizzardi e Zhang Hankun “notare come in Cina il centro spirituale di ogni casa sia il cortile. Da qui puoi guardare il mondo esterno: il cielo, il terreno, la natura… il paradiso”. Per concludere, il terzo asse si rivolge nuovamente a ovest, con una vista delle montagne al tramonto, e tutto il complesso si può osservare dalle terrazze in copertura.

Riguardo agli interni la Design Library e il Lava Lab lifestyle shop sono concentrati nella parte centrale, cuore del design hotel, che è anche una galleria d’arte. Pareti, pavimenti, soffitti e arredi delle camere sono in cemento bianco, a ricreare quella connessione diretta con la materia dell’esistenza preistorica. Racconto, architettura, paesaggio indirizzano le scelte architettoniche per il Ruralation Museum Hotel.

Con il Nanjing Tangshan Geopark, di cui l’hotel è parte, la città di Nanjing prosegue così nelle politiche di riconversione ambientale e di sperimentazione del rapporto fra architettura e natura intraprese già a partire dell’inizio del millennio con il China International Practical Exhibition of Architecture – CIPEA – che ha visto gli stessi AZL Architects protagonisti con la costruzione nel 2012 della House N. 4, in un contesto che ha coinvolto alcuni fra i più importanti architetti cinesi e internazionali, e che ospita il Sifang Art & Architecture Museum di Steven Holl.
