A Los Angeles, si sposta da Venice a Downtown la nuova sede di Jerde, società internazionale di architettura e urbanistica. E affida a Rapt Studio il progetto, orientato a creare emozioni e connessioni partendo dall’architettura
Jerde, società di architettura e urbanistica famosa per i suoi interventi internazionali su larga scala, e Rapt Studio, noto per la progettazione di uffici e showroom di importanti brand mondiali – tra cui Dropbox, PayPal, Fender, North Face, HBO – si incontrano e cambiano ruolo. Jerde per una volta diventa cliente e incarica Rapt di progettare la sua nuova sede, affidandosi alla loro esperienza orientata a creare emozioni e connessioni personali partendo dall’architettura.
Jerde dopo trent’anni a Venice, quartiere nella zona ovest di Los Angeles, si sposta a Downtown, nel cuore della città, in uno degli edifici più belli, il Cal Edison, un grattacielo di quattordici piani in stile Art Dèco costruito nel 1931.
Il linguaggio è duplice, da un lato il cemento a vista, l’acciaio e l’impiantistica a soffitto, dall’altro materiali pregiati, caldi, come il legno e il cuoio delle sedute, e raffinati, come l’ottone dei dettagli
Un design di connessione
“Non disegniamo cose ma creiamo esperienze che fanno andare avanti le aziende” è la mission di Rapt Studio, capitanato da David Galullo, che firma questo intervento proponendo una planimetria aperta, finalizzata allo scambio di informazioni, alla comunicazione trasversale e al lavoro comune. Emblematico della loro filosofia progettuale è “Tell me more”, che quest’anno ha segnato il debutto dello studio americano al Fuorisalone negli spazi voltati delle gallerie alla Stazione Centrale di Milano. Qui il design portava il singolo individuo a uscire dalla sua comfort zone, ma anche da una propria chiusura mentale, e a connettersi in una rete formata da persone. Negli uffici di Jerde, avviene la stessa cosa: spazi fluidi invitano alla collaborazione e al confronto di idee.
All’ingresso una grande lobby con un desk in metallo spazzolato accoglie i clienti, alle spalle doghe in legno a tutta altezza attualizzano il concetto di boiserie
La dicotomia del progetto
Il linguaggio è duplice, da un lato il cemento a vista e l’acciaio con il brutalismo dell’impiantistica a soffitto, dall’altro materiali pregiati, caldi, come il legno e il cuoio delle sedute dalle forme morbide, e raffinati come l’ottone dei dettagli. All’ingresso una grande lobby con un desk in metallo spazzolato accoglie i clienti, alle spalle doghe in legno a tutta altezza attualizzano il concetto di boiserie. La zona lounge, di attesa per il visitatore ma anche di relax per chi lavora nell’ufficio, è informale ma elegante. In adiacenza si apre una grande sala riunioni perimetrata da pareti vetrate, secondo la logica dell’open space completamente permeabile alla vista. Ma all’occorrenza la sala si può dividere grazie a una parete scorrevole.
Più che con scrivanie, l’ambiente lavorativo è organizzato con banconi in legno che permettono maggiore flessibilità d’uso per piccoli e grandi gruppi di lavoro. Un’ampia sala, anche questa vetrata, è dedicata alla realizzazione di maquette. Gli spazi sono delimitati da librerie di tipo industriale fatte di assi in legno e tubolari metallici. Ovunque cascate di piante verdi richiamano il colore del logo aziendale oltre a contribuire a creare ambienti piacevoli dall’atmosfera rilassata.