Progetti
Omaggio a Miyazaki

Un ufficio che è anche uno studio televisivo. Uno spazio di recupero ma anche nuovissimo. Lo studio Fast&Furious Office scommette sulla contrapposizione dicotomica tra coppie di qualità opposte per creare un luogo cool, che si ispira a un anime giapponese

C’è chi sotto stress non lavora bene e chi, al contrario, perfoma in maniera ottimale quando messo alla prova da scadenze e vincoli stringenti. È certamente il secondo caso quello che descrive l’operatività di Fast&Furious Office, responsabile della creazione di uno spazio di lavoro ad alto tasso di innovazione nel centro di Madrid.

Un ufficio davvero originale, a cominciare dal suo nome: Ponyo in the Garage. Ponyo perché i designer hanno giocato tutto sul colore ispirandosi alla tavolozza dell’anime giapponese Ponyo sulla scogliera del premio oscar Hayao Miyazaki, un maestro nell’uso dei colori, al punto che le palette utilizzate nei suoi film di animazione sono state oggetto di analisi, studio e ricerca.

Da un frame ingrandito – sottocampionato fino a una risoluzione di 3×6 pixel – del film, con la protagonista dai capelli rossi in primo piano, lo studio ha estrapolato una straordinaria combinazione 18 colori utilizzati per colorare tutta la carpenteria, i nastri di ferro ondulati che illuminano una “foresta di tavoli” e gli spazi chiusi a forma di casa. Nessuna altra sfumatura è stata applicata ad arredi e finiture. Tra l’altro, il lungometraggio che ha il mare come tema portante ha anche ispirato la forma delle lampade in metallo, sinuose come onde.

 “In the garage” perché il nuovo workspace occupa un ex garage nel piano interrato di un signorile palazzo residenziale degli anni Settanta. Un basement di seicento metri quadrati che è stato riconvertito in soli sei mesi in un ufficio per 60-100 persone che si occupano della produzione di contenuti audiovisivi.

Inizialmente erano previste solo delle classiche postazioni computer ma, durante la fase di ideazione, il team di Fast&Furious ha immaginato di integrare anche ambienti da utilizzare come scenografie per brevi video e come vero e proprio studio per la creazione e l’editing di contenuti audiovisivi. Al punto che lo spazio oggi dispone di 21 telecamere professionali allestite per trasmettere contenuti in Hi-Res e live streaming.

La committenza aveva comunicato un budget preciso da rispettare. Circa l’80% della somma era destinata a impianti di ultima generazione, pertanto per l’interior e gli arredi la cifra era minima. I progettisti hanno dunque aguzzato l’ingegno e trovato soluzioni taglia-costi, come quella di mantenere il pavimento “vissuto”, in parte in cemento grezzo e in parte rivestito con vecchie piastrelle sconnesse. L’effetto è quello di uno spazio dall’anima industriale, su cui sono state innestate le differenti funzioni.

L’originale sistema di illuminazione corre sospeso sul grande open space destinato alle postazioni. Le scrivanie sono candide e dalle forme organiche, tutte con un grande foro e una pianta al centro.

Lungo il perimetro sono state invece ricavate delle “casette” e delle piccole strutture isolate, ognuna definita con una unica tonalità, adibite a uffici privati, sale interattive, stanze per l’editing e la registrazione di podcast. Una ospita l’archivio, una la cucina e una i bagni per i dipendenti.

Completa il layout un cortile privato, interamente dipinto di rosa shocking, il cui effetto psichedelico è sottolineato da un’originale griglia con neon e luci dello stesso colore.