Habif Architects trasforma i limiti spaziali di un edificio esistente nei punti di forza del progetto d’interni per la nuova sede di Olka. Scegliendo un layout distributivo che valorizza l’illuminazione naturale nelle aree comuni utilizzando creativamente giochi di luci e ombre per lo show room
Spazio ufficio, ma anche showroom. È questa duplice vocazione a guidare le scelte progettuali di Habif Architects per Olka Office, nuovo quartier generale dell’omonimo importatore di brand internazionali di abbigliamento sportivo per il mercato turco.

Un intervento sfidante sia per la multifunzionalità richiesta agli ambienti, sia per i numerosi vincoli spaziali della struttura, caratterizzata da un’altezza limitata dei soffitti e da un orientamento che permette solo a uno dei prospetti dell’edificio di ricevere luce naturale diretta.

Vincoli che hanno innanzitutto dettato un layout distributivo in cui gli uffici individuali sono collocati nelle zone perimetrali non esposte all’illuminazione solare, che in questo modo può invece raggiungere liberamente l’ampio open space al centro della struttura.

Altre soluzioni agiscono invece principalmente sulla percezione visiva degli spazi, come ad esempio l’utilizzo di calcestruzzo lucidato a pavimento e di materiali in parete capaci di creare un effetto più caldo e tattile ma soprattutto di distinguersi per la loro unicità, dai mattoni in cotto posati a incrocio ai pannelli in legno di tavoli e rivestimenti.

Come unica è l’attenzione rivolta al benessere individuale, che si traduce in un interior design focalizzato sul comfort tanto delle postazioni di lavoro quanto degli ambienti comuni e trova il suo culmine in un’ampia area break, caratterizzata da un approccio differente rispetto a quello di tutti gli altri spazi di Olka Office.

Trovandosi l’edificio in una zona isolata, per offrire ai dipendenti un ambiente dove rilassarsi durante le pause questo spazio riprende il linguaggio e l’estetica dei caffè Grandpa, una delle più importanti franchise turche del settore, in modo da creare la sensazione di trovarsi in un “altrove” al di fuori dell’edificio pur rimanendo al suo interno.

Lo showroom è invece situato nell’area meno illuminata della struttura, collocazione apparentemente svantaggiosa ma che il progetto ha saputo volgere a favore tramite un progetto d’interni giocato sull’alternanza di luci e ombre.

Partizioni dalle tinte scure esaltano un’illuminazione artificiale filtrata da cortine lignee e pareti a pannelli in vetro colorato che si alternano lungo i corridoi dello showroom, il cui elemento centrale è una doppia maglia muraria in mattoni grezzi, ritmicamente scandita dalla luce in riuscito contrasto con l’essenziale linearità del grande banco reception in pietra naturale.
