Bjarke Ingels Group e David Thulstrup firmano il nuovo Noma di Copenhagen, per ben quattro volte nominato migliore ristorante al mondo. Un’isola verde nel cuore di Christiania, con la cucina al centro di tutto
Fin dall’apertura, il Noma di René Redzepi è stato in prima linea nella gastronomia e nella creatività. Il ristorante, riconosciuto per ben quattro volte come il migliore al mondo, nel 2017 ha chiuso per riaprire dopo un anno in un nuovo spazio, sviluppato e costruito in collaborazione con Studio BIG, situato tra due laghi e all’interno della comunità di Christiania e costruito sul sito di un ex magazzino militare protetto, un tempo utilizzato per immagazzinare le mine per la Royal Danish Navy.
“Ogni edificio è collegato agli altri da percorsi coperti in vetro che consentono agli chef e agli ospiti di seguire i cambiamenti della luce e le stagioni, rendendo l’ambiente naturale parte integrante dell’esperienza culinaria” Bjarke Ingels, Studio BIG
Il villaggio-giardino
Immaginato come un villaggio giardino intimo e in stretta relazione con la natura che lo circonda, il Noma propone oggi una nuova filosofia. Al centro del progetto, l’idea di dissolvere le singole funzioni del ristorante e organizzarle come una collezione di edifici separati ma collegati fra loro. Un totale di undici spazi, con diverse e specifiche funzioni, densamente raggruppati attorno al cuore pulsante del ristorante: la cucina.
Spiega Bjarke: “Il nuovo Noma dissolve l’idea tradizionale di un ristorante nelle sue parti costitutive e le riassembla in un modo che mette gli chef al centro di tutto. Ogni parte dell’esperienza del ristorante – l’arrivo, il salone, il barbecue, la selezione di vini e l’azienda privata – ruotano attorno agli chef. Dalla loro posizione centrale, gli chef hanno una panoramica perfetta di ogni angolo del ristorante, e ogni singolo ospite può seguire ciò che tradizionalmente accadrebbe dietro le quinte. Ogni “edificio all’interno dell’edificio” è collegato da percorsi coperti in vetro che consentono agli chef e agli ospiti di seguire i cambiamenti della luce e le stagioni, rendendo l’ambiente naturale parte integrante dell’esperienza culinaria“.
Il progetto
La cucina è progettata come un panopticon con un cappuccio sovradimensionato che si libra sopra gli chef, che da qui possono sorvegliare l’intera cucina e le aree per gli ospiti. Ovunque il legno caratterizza gli spazi, con assi accatastate che assomigliano a legno ammucchiato ordinatamente in un deposito di legname. Un grande lucernario e un ampio set di finestre rivelano il paesaggio e consentono agli ospiti di percepire veramente tutte le stagioni e gli ambienti naturali del ristorante. All’esterno, tre case di vetro indipendenti custodiscono la serra-orto del ristorante, la cucina di prova e la panetteria.
Gli ospiti possono camminare attraverso ogni edificio sperimentando una varietà di materiali e tecniche di costruzione nordiche: il barbecue è una capanna gigante e il salone assomiglia a un enorme e accogliente caminetto interamente realizzato in mattoni. Tra i singoli edifici, grandi spazi vetrati permettono agli ospiti e al team di Noma di vagare in costante connessione con la natura e le stagioni che cambiano.
Infine, lo storico magazzino a un solo piano completa la cerchia degli edifici che circondano la cucina. BIG in questo caso ha conservato l’involucro in cemento grezzo dell’ex magazzino e ha inserito un enorme ripiano di legno per riporre e mettere in mostra. Tutte le funzioni di back-of-house si trovano qui: la cucina per le preparazioni, i laboratori di fermentazione, le vasche per i pesci, il terrario, la fattoria delle formiche e tutte le aree per lo staff.
L’interior di David Thulstrup
Per lo chef René Redzepi era fondamentale esprimere “la natura del luogo” e dare vita a un spazio accogliente, quasi residenziale, con un’enfasi sui materiali utilizzati come elementi decorativi. A progettare gli interni l’architetto David Thulstrup, che lo scorso anno ha ricevuto il prestigioso Design Award 2018 proprio per l’ARV Chair disegnata ad hoc per Noma. L’atmosfera generale è decisamente nordica ma senza cliché, familiare e autentica, tutta giocata su texture e finiture che creano continuità visiva e materica con l’esterno, a partire dalla creazione di uno straordinario pavimento in terrazzo con grandi pietre di fiume.
Gli arredi sono semplici e funzionali e trionfano legno, vetro e pietra. Tutto è stato accuratamente selezionato, curato o progettato conferendo agli spazi un’atmosfera vissuta e senza tempo. Un approccio olistico, che si è tradotto in un design coerente con la nuova filosofia di Noma.