Progetti
Neri&Hu new office

Neri & Hu trasforma un ex dormitorio nel proprio studio di architettura a Shanghai. Uno spazio condiviso con altri atelier e brand, che genera un’innovativa comunità del design

Si chiama Numero 31, ed è la nuova sede dello studio di design e architettura Neri & Hu, che per l’occasione ha convertito un edificio originariamente adibito a dormitorio per i dipendenti della compagnia di telecomunicazioni di Shanghai.

Lo spazio è parte di un ex complesso industriale nell’area del Tempio Jing’an ed è stato scelto da Lyndon Neri e Rosanna Hu come luogo nel quale i designer hanno avuto l’occasione per sperimentare, ancora una volta, quella che loro stessi definiscono “nostalgia riflessiva”, ovvero la riqualificazione di manufatti urbani che sono strettamente intrecciati con il tessuto della città.

Edifici solo apparentemente insignificanti, che racchiudono invece un profondo legame con il territorio, una sorta di continuità culturale che deve solo essere svelata e valorizzata. Da qui la “nostalgia”, che per Neri&Hu si traduce in una pratica progettuale che mira a onorare il patrimonio archeo-industriale e la storia della città.

Come progettisti abbiamo sempre cercato di riutilizzare ciò che già esiste, pertanto siamo stati immediatamente coinvolti da questo lavoro, colpiti dalla possibilità di celebrare ed elevare un manufatto urbano considerato in esubero” hanno dichiarato Neri&Hu. “Invece di scartare questo edificio per uno nuovo, ma privo di anima, abbiamo abbracciato la possibilità di trasformarlo dandogli non solo una chance di sopravvivere, ma rendendolo un faro per il mondo del design”.

La prima strategia di intervento è stata una rielaborazione della facciata principale, per cambiarne completamente le proporzioni e la lettura, ma senza operare alterazioni strutturali. La sequenza di finestre è stata parzialmente riempita con mattoni di vetro ed è stato applicato un telaio di metallo nero, che copre la parte inferiore delle aperture e crea l’illusione di finestre a nastro orizzontali.

I tre piani superiori dell’edificio sono tinteggiati con una tonalità grigio scuro, mentre il piano terra è rivestito di piastrelle verdi che seguono la curvatura del vano scala e disegnano, con linee sinuose, le varie porte d’ingresso e le vetrine.

La seconda strategia di questo progetto di riutilizzo adattivo è stata quella di mantenere intatta tutta la struttura in cemento, lasciando superfici, travi e pilastri completamente esposti, nella loro ruvida irregolarità. Pur mantenendo la griglia strutturale, sono però stati effettuati alcuni tagli selettivi nei solai per introdurre spazi a doppia altezza e una nuova scala interna tra il terzo e il quarto piano. Un’operazione che rivela il potenziale volumetrico e formale di un edificio prima caratterizzato da configurazione piuttosto ordinaria. 

All’interno e tra le colonne esistenti, sono stati aggiunti diversi involucri in acciaio e vetro, mentre nuovi volumi bianchi ospitano gli spazi di servizio e supporto. Ovunque è chiara l’intenzione di giustapporre questi nuovi inserimenti all’esistente, senza mai perdere il contatto con il passato dell’edificio.

Sotto il profilo programmatico, l’ambizione del progetto è quella di creare una nuova “comune del design”, in continuità con quella che avevamo iniziato con il nostro negozio Design Republic dieci anni fa. Gli altri inquilini che sono stati invitati a condividere il nostro spazio – Artling, la panetteria Luneurs e i marchi di mobili Stellar Works e Muuto – sono un’accurata selezione della più ampia comunità di design di Shanghai e della piattaforma creativa collettiva che speriamo di promuovere” spiegano Neri e Hu. 

Inoltre, la scala sud unisce l’edificio principale con alcuni spazi comuni aperti al pubblico: co-working e cucina a vista al secondo piano, uno spazio polivalente per eventi al piano rialzato tra il secondo e il terzo piano, nonché un giardino sul tetto.

Per quanto riguarda gli interni, lo studio ha messo in campo tutte le sue capacità progettuali, dall’architettura all’interior design, dal progetto degli arredi alla segnaletica grafica. Perfetta l’integrazione di tutti gli elementi, come la scaffalatura che si estende dai montanti in acciaio delle pareti vetrate o come il banco reception che avvolge e integra la colonna strutturale.

Il termine ‘Interdisciplinare’ viene spesso utilizzato come nuova parola d’ordine o tendenza nella professione del design, ma i principi di base sono già stati stabiliti dai movimenti Bauhaus e Art Nouveau – concludono Neri e Hu -, movimenti che rappresentavano una più ampia ambizione collettiva e una visione totale del design, dal macro al micro, dall’architettura fino ai più piccoli dettagli di interni”.