Il presente si sposa con la tradizione, in un progetto office firmato dallo studio thailandese BPM. Un headquarter dall’eleganza austera, che trova nel marmo uno dei materiali più identificativi
L’essenzialità del minimalismo unita a una miscela di lusso e comfort e a una cura dei dettagli meticolosa. Sono alcune delle caratteristiche del quartier generale di Boon Rawd Brewery a Bangkok, completato nel 2020.

Avendo a disposizione oltre cinquemila metri quadrati da trasformare negli uffici di quello che storicamente è il birrificio leader del settore in Thailandia – produttore da quasi un secolo della celebre birra Singha -, gli architetti dello studio thailandese PBM hanno scelto di dividere lo spazio in aree con diverse funzioni, ma interconnesse.

In un ambiente che appare aperto e arioso, la grande hall centrale con soffitto alto sette metri e vetrate a tutta altezza mette in relazione le altre zone, dalla sala d’attesa ai locali per riunioni, dall’area coworking a quella soppalcata.

Un contesto dominato da una tavolozza di colori giocata perlopiù su grigi, marroni e sfumature di beige, con qualche tocco dorato per trasmettere un’idea di esclusività, nel quale si è prestata particolare attenzione a motivi, texture e materiali.

Da qui la parete divisoria in metallo perforato che si staglia nella lobby e che osservata da vicino rivela uno scenografico intrico di forme geometriche.

Ma rispondono alla stessa impostazione anche le decorazioni su pareti in vetro e separatori da scrivania, gli inserti di muro lavorati in modo da evocare la schiuma della birra, e ancora la figura di Hanuman Karb Sorn, simbolo originale di Boon Rawd, scolpita in rilievo su una porzione di parete in marmo nero.

Non è l’unico simbolo nell’headquarter Boon Rawd di Bangkok, dove campeggiano pure Singha, creatura mitologica con sembianze di leone diventata il logo dell’omonima birra, e la Garuda thailandese, stemma dell’onorificenza concessa nel 1939 al birrificio della famiglia Bhirombhakdi in quanto fornitore della corte regia di Thailandia.

È la modernità che si sposa con il rispetto della tradizione, in un progetto che trova nel marmo uno dei materiali più identificativi, pur se sapientemente affiancato al legno in alcuni punti della pavimentazione e in elementi come la scala a spirale.

L’intento è di ottenere un’eleganza austera, sì, ma non algida, obiettivo che ha spinto gli architetti ad adottare a tratti un approccio progettuale quasi residenziale sfociato in spazi simili a salotti e in una sala da pranzo da 22 posti dal mood vagamente casalingo.

Anche angoli e bordi curvi tendono ad ammorbidire l’atmosfera e va nella stessa direzione la realizzazione di un controsoffitto volto a simulare l’illuminazione naturale tramite LED e abbellito con lastre in acciaio inossidabile dorato, argento e bronzo secondo un mix di estetica e funzionalità.
