Gli architetti dello studio nipponico Dabura disegnano un hotel di lusso con museo in un piccolo ma celebre centro termale. Un progetto non stereotipato, strettamente ancorato alla storia, alla cultura e alla natura del luogo
Un hotel in una delle cittadine termali più note del Giappone, con un’architettura site-specific: è la Galleria Midobaru di Beppu, albergo di lusso con museo, progettato con l’intento di dare vita a una location contemporanea, ma ben ancorata alla storia, alla cultura e alla natura del posto.
Convinti che “al giorno d’oggi lo spazio degli hotel è diventato stereotipato”, quindi tendente a un’omogeneità distaccata dal contesto di appartenenza, gli architetti dello studio nipponico Dabura hanno puntato su una struttura tridimensionale che ricorda volutamente la città di Beppu con i suoi molti vicoli e su una texture morbida ispirata al terreno della zona.
Le pareti sono state realizzate ponendo cemento intonacato con ossido di ferro in un apposito cassero in legno di cedro di produzione locale, processo in cui il tono del colore è stato aggiustato facendo riferimento a strati e pietre del luogo, mentre efflorescenze, irregolarità e scheggiature su muri e superfici non sono stati rimossi, bensì valorizzati in quanto dettagli espressivi.
L’impressione, per il visitatore, è di accedere a una Beppu altra, moltiplicata nello spirito dalle suggestioni offerte dalle opere di artisti del Sol Levante esposte.
“Abbiamo cercato di creare un valore che non si può vivere senza recarsi sul posto”, ha spiegato Dabura, obiettivo di per sé apprezzabile in tempi di alberghi disegnati per essere instagrammabili.
Qui, invece, è la materialità percepibile solo di persona a rendere speciale un hotel-galleria dove le camere arredate con letti bassi e in stile giapponese moderno, nonché dotate di terrazza privata con vista e di un bagno semi-aperto con vasca termale ricavata scavando della pietra massiccia, si presentano come rilassanti scrigni di frassino, quercia e cipresso dal design semplice e senza fronzoli.
Mentre nelle aree comuni i giochi di volumi, altezze e prospettive, le ampie vetrate e gli inaspettati punti aperti da cui luci, suoni, cielo e scorci s’infilano a sorpresa, forgiano un’atmosfera eterea, quasi sospesa, cui contribuiscono sculture e lampade dalle forme lunari e affascinanti intrichi metallici.
“Girando per l’hotel si è come connessi ai paesaggi incorniciati nei fori nelle pareti, un’esperienza spaziale che va a sovrapporsi a quella di passeggiare per il centro storico di Beppu”.
Naturalmente non manca un bagno comune dove immergersi nell’acqua calda sulfurea, per poi concedersi qualcosa da bere o da mangiare nel bar con inserti in ottone scolorito o nel ristorante con forno in pietra, tavoli a tronco e pareti rifinite con intonaco ricavato da inchiostro di cenere di crostacei riempito di paglia.