Progetti
Lost Villa Boutique Hotel

Vicino al deserto del Tengger, Das Lab progetta un boutique hotel caratterizzato da forme geometriche pure, quasi mimetiche, e da una palette sui toni della terra, dove la luce è protagonista

Si parte di questo castello e va verso ponente venti miglia, truova un fiume ch’è chiamato Caramera (Caramoran), ch’è sì grande che non si può passare per ponte, e va infino al Mare Oceano. E su per questo fiume ha molte città e castella, ove sono molti mercatanti e artefici”. È il Fiume Giallo – o Huáng Hé – descritto da Marco Polo, che attraversa la regione di Ningxia, dove segna il confine con il deserto del Tengger.

Fra le più piccole regioni della Cina al confine con la Mongolia interna, Ningxia sta incrementando la propria offerta turistica grazie alla sua specificità culturale e all’attrattività del deserto. In questa prospettiva è nato Lost Villa Boutique, hotel situato nel villaggio di Dawan in un’ansa del fiume a diretto contatto con il Tengger, poco più a ovest di Zhongwei.

Il complesso, inaugurato nel 2019, è costituito da quindici camere, bar, ristorante e piscina. DAS Lab, lo studio di Shangai incaricato della progettazione, ha concepito un intervento mimetico, i cui ambienti sono a contatto con gli spazi esterni.

Come ci si relaziona con il deserto? Per rispondere bisogna innanzi tutto sgombrare il campo dall’idea che il deserto sia uno spazio inabitato: al contrario le tracce di antropizzazione sono diffuse, come ci ricorda Reyner Banham, lo storico dell’architettura inglese che rimase tanto affascinato dal deserto del Mojave all’inizio degli Anni 60 da dedicargli Scenes in America Deserta (1982). Ciò vale ancor di più per il Tengger, allo stesso tempo paesaggio da conservare e area di espansione delle attività umane: dove a Zhongwei è stato inaugurato nel 2020 un parco fotovoltaico che copre un’area di 43 km quadrati, più della superficie della città di Bergamo.

A confronto con il deserto i progettisti generalmente attuano una di queste strategie o una loro combinazione: relazionarsi con la sua vastità attraverso forme geometriche pure o costruire edifici che siano parte del deserto stesso.

DAS Lab ha optato per una serie di volumi squadrati a un piano intonacati con una malta cementizia che riproduce la consistenza dei muri in adobe degli edifici locali.

Lost Villa Boutique comprende camere standard, doppie e famigliari. Per queste ultime DAS Lab ha disegnato uno spazio speciale al mezzanino su misura per i bambini, dove gli adulti si sentono troppo grandi e i più piccoli possono giocare in libertà.

Ogni stanza è diversa e i progettisti hanno prestato particolare cura alle disposizione delle aperture, di diversa dimensione e orientamento, che inquadrano il fiume o gli alberi.

Poche grandi finestre a tutta altezza si alternano ad aperture limitate, anche in considerazione del clima che va dai -5°C di gennaio ai 25°C di luglio. Sono interni costruiti con pochi elementi e una palette contenuta dove la luce diventa protagonista, la luminosità si alterna alla penombra e le murature e le pavimentazioni assumono infinite gradazioni sui toni della terra.

Gli spazi aperti sono altrettanto importanti. I volumi sono disposti su due allineamenti nord sud che formano una corte interna dalla geometria irregolare; una paesaggio articolato sempre presente nelle viste dalla camere. Pergole in legno e tettoie intonacate completano la costruzione, e permettono di godere della vita all’aperto.

Non è la prima volta che DAS Lab ottiene un risultato eccellente nella progettazione di un hotel: Lost Villa Valley Land Boutique completato nel 2017 nella foresta dello Zhejiang ha ottenuto l’IF Design Award 2019 ed è stato premiato come edificio dell’anno da ArchDaily.