Un mix di spirito bohémien e lusso, progettato dal team di architetti di Mason Studio. Il Saint George Kimpton di Toronto colpisce sin dall’esterno per l’enorme gufo dipinto dallo street artist Jerry Rugg
Un’ode al patrimonio architettonico e artistico della città che lo ospita: si può definire così il Saint George Kimpton, boutique hotel progettato a Toronto, sulle ceneri di un Holiday Inn, dal canadese Mason Studio. Ci troviamo nel cuore dell’Annex, quartiere trendy frequentato dagli studenti del vicino campus universitario St. George, ricco di ristoranti informali, librerie indipendenti, bar e caffè, che sulle sue strade alberate accoglie case signorili.

Guidato da questo mix di spirito bohémien e lusso, e attento all’importanza di uno storytelling coerente, il team di architetti capitanato da Stanley Sun e Ashley Rumsey ha messo a punto un albergo che colpisce sin dall’esterno per l’enorme gufo dipinto ad hoc dallo street artist Jerry Rugg alias BirdO sulla facciata ovest dell’edificio.

Anche all’interno sfilano opere d’arte di produzione locale commissionate dal gruppo Art and Objects ad artisti come Tisha Myles e Laura Langford. Tra queste, il poetico murale paesaggistico che fa da sfondo alla scrivania in marmo, incorniciata da archi in legno, della reception, biglietto da visita di una struttura di 188 camere su 14 livelli, ispirata al fascino delle residenze private.

Di qui l’idea di puntare su finiture pregiate, materiali quali frassino e granito lucido, boiserie, tappeti, pavimenti dai motivi ornamentali e su una vibrante combinazione di arredi personalizzati, in ambienti punteggiati da archi e linee curve che da un lato rappresentano una rilettura in chiave moderna dell’architettura classica, dall’altro contribuiscono a conferire armonia e continuità al tutto.

Il richiamo al patrimonio locale è evidente, basti pensare che sui corridoi che conducono alle camere è esposta una raccolta di fotografie vintage in bianco e nero dedicata ai vacanzieri in visita a Toronto nel dopoguerra. Allo stesso modo, in ciascuno degli armadi in quercia e rattan che arredano le stanze si nasconde una scultura in resina bianca a forma di scoiattolo del duo artistico Greatbeard, cenno giocoso ai famosi roditori albini del parco urbano Trinity Bellwoods.

Come si diceva, molti mobili e oggetti decorativi, lampade incluse, sono stati realizzati su misura e in generale dominano le sagome arrotondate, geometrie morbide abbinate a una tavolozza di colori che al beige e ai grigi accosta accenti di verde, blu, oro. Il rimando è alle distese di natura incontaminata del Canada, l’obiettivo quello di creare spazi dall’atmosfera raccolta e rilassata, dove lusso non è sinonimo di opulenza, ma di raffinatezza, intimità, cura; ne sono un esempio gli eleganti giradischi e la collezione di vinili firmata Sonic Boom, negozio che anima Annex dal 2001, disponibili nelle suite.

Tra le aree comuni, oltre alla reception, spiccano la grande lounge concepita come un salotto, con tanto di camino, e la sala riunioni Peregrine Room, luminosa e multifunzionale, pronta per vari tipi di allestimenti.
