Vermilion Zhou Design Group firma il Joya Hotel di Hangzhou. Un’oasi di pace, rigorosa ed essenziale, esaltata da tocchi di colore e trainata dalla forza immaginifica dell’arte
Ideare un hotel in linea con uno stile di vita contemporaneo, ma ispirato alla cultura tradizionale cinese. Questo l’obiettivo perseguito da Vermilion Zhou Design Group – studio fondato nel 2002 a Shanghai – nel progettare il Joya Hotel di Hangzhou, fiorente città della Cina orientale.

Fautore di un design in equilibrio tra funzionalità ed estetica, in grado di far viaggiare, nutrire e acquietare lo spirito, il team di architetti capitanato dal direttore creativo Kuang Ming (Ray) Chou ha puntato sul concetto di fuga dal caos metropolitano.

Dotato di 146 camere e circondato dai moderni edifici del Qianjiang CBD, vivace quartiere commerciale, il nuovo albergo espone un lusso elegante e raffinato proponendosi al tempo stesso come un’oasi di pace. Questo sin dall’ingresso e dalla hall, dove il colpo d’occhio restituisce un senso di rigore essenziale intrecciato con tocchi di arte contemporanea e suggestioni orientali.

L’atmosfera è quasi sospesa, gli ambienti ampi, arredati con pochi oggetti e complementi, sono luoghi dove lo sguardo può respirare e la mente lasciarsi alle spalle rumore e frenesia. A trainarla, anche la forza immaginifica dell’arte multimediale “woyou” (letteralmente, “vagare sdraiati”) di Cui Kaimin, arte che pare evocare storie di libertà, e dipinti ispirati alla tradizione.

Il tutto in una struttura completa di palestra, bar, sala da tè, ristorante e sale conferenze perfetta per il mondo del business, ma con un’impostazione olistica che tende a incrociare lavoro e tempo libero e che si esprime soprattutto nel Vinyl Record Bar, salotto con collezione di vinili e giradischi a disposizione dei clienti.

Quanto ai materiali usati per gli interni, va notata la centralità della pietra, utilizzata sia come elemento scultoreo, sia come rivestimento di superfici assieme a pannelli e controsoffitti lignei a doghe strette.
Tra interessanti incroci di linee e geometrie più squadrate e forme sferiche, gli accenni di colore sono minimi e delicati e attingono perlopiù dai toni del rosso, del bordeaux, del porpora. Gli stessi che tornano nelle stanze a spezzare la prevalenza di tinte chiare.
