Progetti
NeueHouse by Rockwell

I workspaces Neuehouse a Los Angeles e New York sono spazi ibridi, un po’ coworking e un po’ social club. La firma è quella inconfondibile di David Rockwell, maestro nel definire un rapporto altamente dialettico tra lo spazio in sé e chi lo vive

Il futuro degli spazi condivisi appare oggi incerto e dovrà essere probabilmente riscritto, ma di certo l’esperienza di NeueHouse rimarrà tra i momenti più coinvolgenti e glamour dell’evoluzione “flessibile” degli spazi del lavoro condiviso. Il brand americano, specializzato in studi ibridi, un po’ coworking e un po’ social club, ha iniziato la sua storia con la sede di New York, raddoppiandone poi gli spazi in quella di Los Angeles.

Le due “house” dell’east e della west coast, affidate al designer di culto David Rockwell, riflettono ognuna una diversa energia urbana. Più ”sleek”, come direbbero gli americani, sexy e minimale, la location di Los Angeles e più teatrale e adorna quella di New York. 

Nel progettare la NeueHouse della Grande Mela, David Rockwell e il suo partner Greg Keffer hanno voluto creare un’idea di ramificazione dello spazio che origina da un centro visivo rappresentato da una tribuna autoportante in legno, “spanish steps” come è stata definita ironicamente dagli stessi architetti.

La tribuna, con la sua sequenza di sedute a piccole gradinate arredate da tappeti e cuscini in stile marocchino, è un elemento di unione e transizione allo stesso tempo, fatto per rilassarsi, per far nascere incontri e ideale per ospitare letture e presentazioni.

L’illuminazione è risolta con pendenti che si possono disporre a lunghezze variabili, a seconda dell’effetto di apertura o raccoglimento che si vuole ottenere.

Il fine ultimo di questi spazi era, per Rockwell e Keffer, quello di privilegiare la spontaneità e il movimento delle persone nell’ambiente. Non a caso non ci sono partizioni drastiche nè volumi definiti in maniera netta. Tutto può essere spostato, mutato, trasformato. 

Allo stesso modo, gran parte delle pareti è ricoperta da pannelli di compensato che creano un effetto intenzionale di non finito, di uno spazio in divenire. Al di sopra del piano di ingresso, l’edificio si espande disponendo aree più o meno private, con uffici chiusi da porte a vetro cui si affiancano diverse lounge. Ovunque il sapore è rustico, caldo ma anche glamour, in un bilanciato stile urban country che è la firma unica di Rockwell.

Approdando sulla west coast, l’architettura di NeueHouse si impregna di modernismo, freschezza, nitore, lasciandosi attraversare dalla storia dell’edificio che la ospita. Il complesso di Los Angeles è stato, infatti, fino a pochi anni fa la sede storica dell’emittente radio della CBS, un edificio icona di fine anni Trenta che ha lasciato, in eredità, un affascinante vocabolario di linee e forme di quel mix di Stile Internazionale e Art Deco della Hollywood dei tempi d’oro: superfici dalle linee nette, quasi grafiche, punteggiate da finestre a oblò e altri accenti sinuosi immersi nel bianco ottico. 

Anche qui gli architetti hanno previsto spazi che offrono diversi gradienti di condivisione, con una struttura peculiare a mo’ di “casa sull’albero” che si affaccia su una corte interna a doppia altezza. Il livello di privacy aumenta di piano in piano. Ai livelli intermedi un sistema di uffici personalizzati si risolve in spazi semiaperti con cubicoli divisi da pareti in sughero e vetro scanalato.

All’ultimo piano, invece, si trova l’esclusiva Paley Penthouse che fa bella mostra di decorazioni in metallo adagiate su pareti in legno ricurvo, e piacevoli terrazze esterne ricavate dai tetti adiacenti per godere del sole e delle calde temperature losangeline. 

La riattualizzazione dell’edificio è stata improntata a un rispetto totale della sua storia, preservandone i dettagli e in alcuni casi rafforzandone il potere evocativo. Gli architetti, ad esempio, hanno aggiunto cortine di cemento che spezzano l’austerità delle planimetrie originali e che, allo stesso tempo, esaltano alcuni dei dettagli orignali della struttura. Inoltre, hanno riscaldato l’ambiente disseminandolo di lunghi divani di pelle, che evocano il design di Le Corbusier, e aggiunto pouf morbidi, lunghi tavoli di legno, tappeti e tessuti etnici che invitano a vivere lo spazio con confidenza e delicato rispetto.

Un rapporto altamente dialettico tra lo spazio in sé e chi lo vive – la vera firma di David Rockwell – che stimola la concentrazione, ma senza mai dimenticare di guardare ai piaceri e alla bellezza che ci circondano.