Progetti
Hankook Technoplex

Nel nuovo headquarter di Hankook Technoplex – progettato dallo studio Foster+Partners – le tradizionali barriere gerarchiche vengono scardinate da un design che favorisce e stimola il lavoro di squadra

La crescente adesione dell’imprenditoria classica alla flessibilità tipica del mondo delle startup sta condizionando sempre più la progettazione architettonica di edifici destinati a uffici e sedi aziendali.

Ne è una prova l’Hankook Technoplex firmato Foster+Partners, nuovo quartier generale di Hankook, società sudcoreana specializzata nella produzione di pneumatici, terminato nel 2020 a Pangyo, alla periferia di Seoul.

In questo innovativo centro business il volume dinamico degli interni e i layout modulabili consentono connessioni visive tra i diversi livelli e spazi di lavoro, stimolando sia la spontaneità degli scambi tra dipendenti, sia l’interazione di questi ultimi con i dirigenti d’azienda.

Sono le tradizionali barriere gerarchiche – pur esistenti – a essere idealmente scardinate dal design a favore del lavoro di squadra, come ha spiegato David Nelson di Foster+Partners: “Volevamo uno spazio che rispondesse al desiderio di Hankook di rafforzare una cultura del lavoro egualitaria”.

Idea, questa, che ha preso forma in un edificio di dieci piani in vetro e acciaio, sulla scia di un sodalizio che aveva già visto Hankook e Foster+Partners operare fianco a fianco tra il 2013 e il 2016 per la realizzazione del polo di ricerca Hankook Technodome a Daejeon.

Questa volta il progetto – completo di auditorium da 175 posti, esclusiva sala riunioni, ristorante, palestra e terrazza panoramica con giardino pensile e zona relax sul tetto – è forse ancora più ambizioso e lo si percepisce sin dall’atrio centrale, dove si staglia un’installazione del britannico, pluripremiato, Jason Bruges Studio, pioniere nell’ibridazione tra arte, tecnologia e design: si tratta di “Digital Phyllotaxy”, grande e scenografico lampadario a cristalli liquidi in cui ci si ritrova immersi mentre si sale alla reception principale con una scala mobile.

Un’opera site-specific che dando vita a giochi di luce, ombre e colori richiama metaforicamente la chioma di un albero per trasmettere un senso di vita all’aria aperta. “Il progetto abbraccia i principi della biofilia per un ambiente incentrato su benessere e sostenibilità”, ha dichiarato a tal proposito Nigel Dancey di Foster+Partners.

E in questa direzione vanno anche la presenza di alberi disposti a mo’ di isole verdi tra le aree di lavoro e un’ottimizzazione della luce naturale resa possibile dalle lamelle di vetro che avvolgono le facciate dell’edificio in maniera tale da graduare la luce interna: una soluzione che va a integrarsi con un sistema d’illuminazione artificiale intelligente.

Al tutto si aggiungono una tavolozza di materiali caldi – legno in primis – e arredi dalle linee morbide e dalle nuance contemporanee, dettagli che rendono l’Hankook Technoplex un luogo piacevole dove lavorare, ma anche una struttura dall’identità estetica peculiare, caratterizzata dalla ricorrenza di linee curve e spirali e da un lucernario circolare sul soffitto più alto.