Progetti
En Skincare Store

Un beauty store a Parigi, che è un continuo susseguirsi di sagome morbide, curvilinee e dorate. Un progetto pluripremiato, firmato dallo Studio Archiee

Per mettere a punto il progetto del flagship store En di Parigi lo studio Archiee è partito dal nome. In giapponese il termine “en” significa “bellezza”, ma anche “connessione” e “cerchio”: di qui la scelta di concepire il negozio come un insieme di forme arrotondate.

Forme che se da un lato riflettono un gusto vintage che rinvia agli anni 50 e 60 (tra le icone dell’epoca, la Ball Chair di Eero Aarnio), dall’altro si rimandano a un’idea diffusa in psicologia e in particolare in quella branca chiamata neuroestetica: le linee curve, oltre a essere sensuali e più aderenti al paesaggio naturale – Zaha Hadid docet -, innescano in chi le percepisce un senso di sollievo, risultando quindi più confortevoli.

A premessa di ciò va detto che En è un marchio giapponese di cosmetici e prodotti per la pelle e che Archiee è uno studio francese guidato dagli architetti nipponici Yusuke Kinoshita e Daisuke Sekine: la collaborazione tra le due realtà non è stata, dunque, casuale.

Ma entriamo nei dettagli. Siamo in un edificio del XVIII secolo nel cuore di Parigi, di cui la boutique e salone di bellezza occupa il piano terra e il seminterrato, per un totale di 150 metri quadrati di superficie. In questo contesto a indirizzare la progettazione è stata una prerogativa di En, quella di offrire ai clienti la possibilità di creare da sé prodotti personalizzati mescolando le loro essenze preferite tra le tante proposte dal brand, non importa si tratti di estratti vegetali biologici, sali di roccia o polveri di foglie di tè.

Ispirato da questa suggestione, Archiee ha disegnato quattro vani con diverse funzioni: il primo è un ingresso con zona acquisti, il secondo è destinato a consulenze e trattamenti, il terzo presenta una hall e due locali per massaggi, il quarto è una vera e propria galleria di prodotti con banco di miscelazione intesa come destinazione finale di un itinerario pensato ad hoc per accrescere le aspettative di chi lo percorre.

“Un sentiero tortuoso”, lo definiscono Kinoshita e Sekine in riferimento sia al succitato concetto di connessione, sia alla decisione di conservare la maggior parte degli elementi strutturali pre-esistenti dando vita, però, a nuove partizioni curve e rendendo protagonisti i materiali.

Nella fattispecie, le pareti divisorie circolari sono rifinite in ottone lucido, materiale utilizzato anche per la scala che collega i due livelli dello store e che con i suoi caldi riflessi va ad accostarsi su muri, banconi e complementi d’arredo a un bianco luminoso.

È, dunque, un susseguirsi di sagome morbide, curvilinee e dorate a condurre al seminterrato, area avvolgente dove muri in pietra a vista e un soffitto a volta non si limitano a rivelare la storia dell’edificio che ospita il negozio, ma accogliendo l’esposizione ordinata di boccette En e di scatole in legno di Paulonia per la conservazione di oli e simili restituiscono l’atmosfera di una cantina di vini dove ogni bottiglia è esclusiva.