Aüakt è il primo ristorante interamente ideato e progettato da Madrid in love Studio. Un locale che incarna la filosofia giapponese dell’accettazione dell’incompleto.
Il benessere non come obiettivo, ma come modo di essere. Questo il motto del ristorante Aüakt, che si rivolge a un pubblico incline al mangiare sano, ma che rifugge dalla noia. Sono i progettisti di Madrid in love Studio gli incaricati di studiare il concept di questo nuovo locale madrileno e di plasmarlo in uno spazio che trasmetta fedelmente il concetto giapponese del Wabi-Sabi, che consiste nell’accettazione del non bello, che riconosce ed esalta l’imperfezione e le cose umili e incomplete.

Dalla filosofia nipponica al frutto dell’avocado scelto come sua incarnazione e il concept è servito. Aüakt è un’abbreviazione minimalista della parola aguacate, il frutto in lingua spagnola. Un frutto tropicale semplice ma sofisticato allo stesso tempo, diventato emblema dello healthy, e che ha ispirato sí il menu, ma anche la scelta dei materiali per l’interior: grezzi, come il cemento del pavimento e dei banconi, o le pareti scrostate lasciate a nudo, con la loro patina che mette in mostra la stratificazione e i segni che testimoniano la storia del locale.

Gli arredi e l’illuminazione soft curatissima compensano e riscaldano l’ambiente, aggiungendo un tocco di raffinatezza.

Gli arredi sono disegnati quasi totalmente dallo studio con due obiettivi: mettere in risalto il materiale allo stato puro e offrire all’ospite il massimo comfort in un ambiente dai toni caldi e naturali.

I banconi sono in cemento levigato con l’impronta delle casserature a vista, i piani dei tavoli un mix di cemento e scaglie di legno di torba, le sedute dalle forme organiche in legno di bambù sono tappezzate con tessuti naturali come la pelle, il lino e il velluto di cotone.

Le lampade da tavolo sono in terracotta e lino e le cornici dei quadri in legno tropicale. Sedie e tavoli hanno volutamente un’altezza inferiore di qualche centimetro a quella standard, per offrire al commensale un’esperienza diversa.

Il locale è diviso in due zone contigue, distribuite su due livelli: la prima più informale con i tavolini, poltrone e divani, e la seconda dove campeggiano i due banconi, quello del bar e quello di appoggio per i commensali, per consumare pasti in condivisione.

Quest’ultimo contribuisce a separare i due ambienti senza chiudere lo spazio, per perseguire la vocazione sociale del ristorante. Un terzo spazio con i tavoli è ricavato all’interno di una sala di dimensioni ridotte, per un’alternativa di maggiore intimità.

Il verde ricadente concentrato in vasi appesi è la nota di colore che interrompe la monocromia degli ambienti. Particolarmente curato il progetto d’illuminazione, dove gli apparecchi illuminanti giocano un ruolo da protagonista per conferire al locale quell’atmosfera informale, accogliente, con incursioni nel lusso e un punto trasgressivo.

Ricca la varietà di stili e modelli, in contrasto con i materiali grezzi delle superfici. Accanto a un’illuminazione tecnica puntuale che crea dei giochi di fasci di luce e alle strisce led schermate che sottolineano il bancone, un divano o una mensola, spiccano senz’altro le grandi lampade a sospensione: tubolari in carta giapponese, in cristallo o in fiori di giunco; sui banconi, le luci intime e sofisticate delle lampade in terracotta e lino.