Progetti
Bed&Coworking

Più campus che hotel, Bed & Coworking sorge in un’ex distilleria riconvertita su progetto degli studi FRANKLIN AZZI ARCHITECTURE e MOREYSMITH. Mentre gli interni sono a firma del parigino QUANTIC STUDIO, guidato da Remi Chevrillon

È un boutique hotel, ma di tipo insolito, più campus che albergo, dove vengono privilegiati i soggiorni di lunga durata, con molti spazi coworking e servizi di ogni genere. Si chiama Bed & Coworking (by Deskopolitan) e si trova a Parigi, dove un tempo sorgeva la sede dell’ex distilleria Cusenier.

Paul Chevrillon, cofondatore insieme a Alexis Rebiffé di Deskopolitan, impresa di coworking di cui fa parte Bed & Coworking, racconta:  “Nel giugno 2015 abbiamo visitato l’edificio, che era stato acquistato dalla RATP, azienda dei trasporti pubblici parigini: è stato un colpo di fulmine”.  Ai piani alti un tempo c’erano le abitazioni dei dipendenti della distilleria, ora ripensate per offrire uno spazio di soggiorno e di lavoro il più completo possibile.

Alexis Rebiffé prosegue: “Sono stati necessari due anni e mezzo di cantiere e il lavoro di oltre 200 persone, coordinate da Franklin Azzi Architecture, vincitore del concorso per il rinnovo della Torre Montparnasse, e dello studio londinese MoreySmith”. Così oggi, una volta varcato l’arco d’ingresso della vecchia distilleria, si entra in uno spazio urbano di 6000 metri quadrati rispettoso dell’ambiente, che ha ottenuto la menzione “very good” secondo la certificazione BREEAM, Building Research Establishment Environmental Assessment Method, tra le più rilevanti a livello internazionale.

Le costruzioni, diverse e più o meno collegate tra loro, ospitano dunque spazio coworking, sale riunioni, caffè, garage per biciclette, palestra, barber shop, e l’albergo, situato all’interno di un nuovo edificio, con quattro grandi camere al pianterreno che si affacciano direttamente sul giardino e dieci disposte sui due restanti piani.

Del design d’interni è responsabile il parigino Quantic Studio che ha scelto di strizzare l’occhio alla vecchia destinazione d’uso degli spazi, con elementi che richiamano una distilleria: tubi decorativi o scaffali con libri che parlano di cocktail e spiriti.

Spiega Remi Chevrillon, direttore di Quantic Studio: “Abbiamo voluto rendere omaggio al passato del luogo e abbiamo immaginato le camere dell’hotel come antichi laboratori di assemblaggio dei liquori. Quest’ispirazione ci ha permesso di immaginare degli spazi altamente funzionali massimizzando al tempo stesso i volumi delle camere che, un po’ come in un mini-loft, fanno convivere spazio notte, spazio giorno e altre funzioni. Ci sono mobili da laboratorio o da banco, anche fatti su misura, e strutture tubolari, che ricordano i tubicini di un alambicco da distillazione: qui danno vita a un armadio, là a uno scaffale. Per colori e materiali ci siamo ispirati alle pubblicità Art Nouveau dei liquori Cusenier: Pesca Brandy, Assenzio o Menta Glaciale, Blu Curaçao. Per i mobili i nostri riferimenti sono stati piuttosto modernisti o rivisitazioni con strutture tubolari e legno. La scelta della poltrona Polygon di Prostoria, con i braccioli in noce, e del tavolo della stessa linea, invece, conferisce qualità e comfort allo spazio salone e i comodini su misura sono di DCW Editions”.

In ogni camera c’è un angolo cucina completo, ma è anche possibile prenotare al ristorante Laïa o ordinare tramite un’app e farsi consegnare il pranzo. Infine, sul tetto terrazzo, con tavoli e sedie per lavorare all’aria aperta o semplicemente per riposarsi, c’è pure un orto, che alimenta il ristorante, soprattutto in erbe e spezie, e che è parzialmente a disposizione degli ospiti.