Progetti
A Roma, la dolce vita

Eclettismo e innovazione a Liòn, il nuovo ristorante tra il Pantheon e Piazza Navona disegnato da Daniela Colli

Fuori un tipico palazzo di epoca fascista, dentro un tripudio di colori, materiali e motivi geometrici. È il Liòn, il ristorante progettato da Daniela Colli e che definisce l’ultimo intervento di un piano più ampio di rivalorizzazione dell’intera area nel centro di Roma, con la realizzazione di Palazzo Navona Hotel e la riqualificazione di via del Melone, a opera di Tridente Collection.

Il locale non si rivolge al turista frettoloso ma agli abitanti del posto, offrendo uno stile ricercato caratterizzato da linee morbide, colori saturi e luci soffuse riflesse nelle superfici specchiate che rievocano frammenti della dolce vita romana. “Liòn è un universo di colori, materiali e geometrie che si fondono con grande coerenza formale per offrire al cliente un’esperienza totalizzante tra design e cucina”, racconta l’architetto Colli, che in questo progetto è riuscita a combinare le esigenze dello stile di vita contemporaneo con le radici storico culturali del design, in un mix di passato e futuro.

Il design degli interni si basa sulla ripetizione modulare del cerchio, riproposto nei fregi a parete, nella bottiglieria sopra il bancone in ottone fresato e nei motivi degli arredi bespoke

Come in un frattale

Le geometrie sulle quali si gioca il design degli interni sono semplici e nascono dalla ripetizione modulare del cerchio, riproposto nei fregi a parete, in ottone spazzolato, nella bottiglieria al di sopra del bancone in ottone fresato e nei motivi dei mobili disegnati su misura. Ma il cerchio domina anche negli elementi architettonici sospesi in vetro colorato in pasta, che richiamano alla memoria i vetri piombati di una volta. A terra si ripropone un geometrismo spinto con una pavimentazione a rombi a effetto tridimensionale sui toni degli azzurri, che ben si sposa con l’ottanio della boiserie, il turchese del bancone in vetro diamantato e dei divani avvolgenti in velluto. In velluto anche le poltrone ma di un rosso acceso che grida al contrasto. Due pilastri over size rivestiti in mosaico spezzano il bancone in ottone fresato e inseriscono due macro elementi di spicco nell’insieme dei dettagli di design.

Il locale si sviluppa su due livelli, un piano terra aperto sul dehors esterno illuminato da ampie vetrate incastonate in portali in marmo, tipiche dell’architettura del periodo, e un locale interrato destinato a cucina e locali di servizio. Il piano terra è uno spazio volutamente fluido, senza frapposizioni e definito solo da macchie di colore pieno.