Crossover
Serena Capasso – 54words

La seconda puntata di “Comunicare il design” è dedicata a Serena Capasso, founder e ceo di 54words. Agenzia che per il 2021 seguirà i clienti Cambria, Alfonso Femia, Fluidra, Habitissimo, Lasvit, Lualdi, Maistri, Metrogamma Milano, Minotti Cucine, Piscine Laghetto, Steel e le Onlus ABN – Associazione Bambino Nefropatico – e Africaintesta

Serena Capasso, sei la fondatrice di 54words, agenzia di pubbliche relazioni e ufficio stampa. Come e quando nasce questa realtà?

54words nasce sei anni fa, con l’ambizione fin da subito di riempire un vuoto, una carenza che avevo notato già allora. Avevo percepito una certa stanchezza nelle modalità di comunicazione, con idee e concetti non più adatti al momento che si prospettava. Mancava l’idea di un ufficio pr strutturato che potesse rispondere a sfide nuove, a esigenze ormai diverse. Nasco da un pregresso di imprenditoria e una delle prime domande che mi posi fu questa: la comunicazione serve alle aziende per che cosa? E la risposta fu semplice: la comunicazione serve per vendere.

Sei riuscita nel tuo intento?

Oggi 54words sta accompagnando le aziende clienti affiancando alla comunicazione tradizionale lo sviluppo di nuovi strumenti volti a sopperire la mancanza di fiere ed eventi. In questo contesto emerge la sempre maggiore importanza della comunicazione interna, prima solo appannaggio di grandi strutture ora invece sempre più richiesta. Con attività di piani marketing multicanale. E con grande attenzione alle risorse umane interne all’agenzia, come dimostrano i corsi di formazione che io e il mio team seguiamo costantemente.

Come vedi il prossimo futuro?

Uno spettro si aggira per il mondo: l’ombra del new normal che protende i suoi effetti lungo tutto il 2021. Questa sembra essere la naturale evoluzione dello stallo economico-politico-sociale che ha coinvolto ogni mercato, non ultimo quello digitale. È infatti chiaro che per tutto il 2021 si dovrà scendere a patti con le conseguenze dello scenario pandemico che stiamo vivendo, abbracciando nuovi approcci e definendo strategie mirate a integrare i bisogni del consumatore attuale. Secondo me tre aree di azione saranno fondamentali: sostenibilità, digitale e fiducia.  

Tu come stai intervenendo in questo contesto?

Anticipare i trend è sempre meglio che seguirli. Oggi la comunicazione non si può fermare: deve evolversi, adattandosi alla crisi. Soprattutto deve cambiare tono. Lo scenario comunicativo diventa multiforme. Se per comunicare intendiamo cum-sentire è ancor più vero in questo momento difficile. È preferibile adottare uno stile comunicativo autentico, che miri a rassicurare, e a unire. Da un punto di vista strategico, gli investimenti sono mirati a tenere unita la propria community, massimizzando costi e benefici: i budget vengono riallocati in maniera precisa con una grande attenzione alle innovazioni tecnologiche. Non basta più scrivere, le attività di pr diventano virali, video e siti interattivi i nuovi mezzi da sfruttare per coinvolgere stampa, dipendenti, buyer, e tutto ciò è ormai fondamentale per comunicare.

Le aziende sono consapevoli di scenari diversi?

Vi sarà certamente un aumento del rebranding e delle comunicazioni mirate. Quest’anno, sempre più aziende si sono rese conto dell’importanza della brand reputation e hanno rinfrescato, aggiornato o dato il via a un totale rebranding per adattarsi. Con tutti i cambiamenti avuti nel marketing, ha senso che i marchi tornino a ripensarsi e a guardare con attenzione a chi sono, cosa fanno e cosa rappresentano. Questo riflette anche le aspettative dei clienti che apprezzano i brand con cui condividono valori e convinzioni. Per questo motivo, abbiamo assistito a un’accelerazione della comunicazione orientata agli obiettivi. L’attenzione si sposta sul dipendente che diventa la voce dell’azienda e umanizza l’organizzazione. Le aziende hanno fatto enormi sforzi per mostrare maggiore empatia, rilevanza, leadership e visione. La recente indagine globale di Accenture Strategy su 30.000 consumatori ha rilevato che il 62percento dei clienti desidera che le aziende prendano posizione su questioni attuali e largamente rilevanti come la sostenibilità, la trasparenza o l’equità. E’ importante capire e far capire che dietro un brand ci sono persone. In questo periodo di emergenza sanitaria i marchi hanno spostato lo scopo della comunicazione da strumento di supporto a marketing e vendite a strumento che aggiunge contributi significativi alla società. Questa tendenza si espanderà ben oltre la vendita di prodotti o servizi negli anni a venire, poiché i brand prendono posizione per qualcosa in cui credono. Nel 2021, vedremo più campagne di marketing e di comunicazione diventare il portabandiera di queste convinzioni. Le strategie di engagement di successo sono state fondamentali per la resilienza del marchio nel 2020 e continueranno a essere cruciali per il 2021, e qui potrei citare il successo di My Doors di Lualdi, una iniziativa social che ha coinvolto migliaia di persone a fotografare le porte delle proprie abitazioni, dove i post più popolari sono stati pubblicati sul sito dell’azienda e diverranno protagonisti fisici in una mostra che sarà realizzata nello showroom milanese del marchio.

Molti marchi stanno anche integrando lo storytelling con i contenuti video che utilizzano attraverso team di varie aree – vendite, marketing, PR – e canali (sito web, blog, social media, giornalisti, influencer, ecc). Sebbene le aziende comprendano l’impatto dei video, molte di loro non li utilizzano ancora, o non li usano al meglio.

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