Una nuova serie di interviste che offre la possibilità a uffici stampa, agenzie di comunicazione e pubbliche relazioni di raccontare inizi e prospettive del loro lavoro. Senza tralasciare difficoltà e cambi di rotta dovuti alla situazione attuale
Iniziamo questo nuovo ciclo di interviste a uffici stampa e agenzie di comunicazione specializzate nel design cominciando con lo studio Clara Buoncristiani PR Boutique Firm, che fra i clienti annovera Scab Design, LG Signature, Doimo Cucine, Quadrodesign, GD Dorigo, solo per citarne alcuni.
Come è nato lo studio?
Clara Buoncristiani: Ho fondato lo studio nel 2012, dopo vent’anni di esperienza in un’agenzia di pubbliche relazioni prima e in aziende poi. Anni che mi hanno portata ad avere una visione globale di tutti gli aspetti della professione. In particolare, nove anni in Flos, nell’ufficio immagine e comunicazione, sono stati fondamentali per comprendere dinamiche e processi di un’azienda leader nel settore del design. Lavorando a fianco dell’allora presidente Piero Gandini, ho avuto l’opportunità di conoscere e interagire con designer internazionali, come Barber & Osgerby, Ron Gilad, Patricia Urquiola, Jasper Morrison, Konstantin Grcic, Philippe Starck e molti altri. I creativi più creativi… Poi è arrivato il momento – e la voglia – di mettermi direttamente in gioco. Ho avviato lo studio con un primo account, Sandra Suarez, che ancora oggi è parte integrante della squadra. Con l’arrivo dei primi clienti, è sorta la necessità di strutturarsi, prima con collaborazioni esterne per prestare un servizio flessibile e adatto alla specificità di ogni cliente e poi con l’inserimento di profili interni. Nella squadra è entrato Matteo Pasotti, oggi diventato Office Manager per occuparsi – tra le altre cose – anche dei nuovi strumenti di comunicazione, dai social all’online in genere. Un profilo volutamente giovane e open minded, in grado di affrontare i cambiamenti digitali con nuove competenze ed energia. Oggi siamo uno studio consolidato nel settore arredamento-design con clienti conosciuti a livello internazionale, siano essi artisti, artigiani, associazioni, aziende a conduzione familiare o multinazionali. Aziende per le quali, sempre più spesso, non ci viene chiesta solo un’attività di pr e ufficio stampa, sia nazionale che internazionale, ma in senso più ampio una consulenza strategica su tutti gli aspetti della comunicazione e, in particolare, sull’immagine, l’advertising e il posizionamento del brand.
Parliamo del 2020… un anno senz’altro complesso, anche per chi fa comunicazione. Cosa è successo nel vostro studio e anche a livello globale? Come è cambiato il vostro lavoro?
Matteo Pasotti: Il 2020 è iniziato con ottime premesse e richieste di nuove collaborazioni. Poi è successo l’inimmaginabile, che ha portato a un rallentamento dell’attività, una dilatazione dei tempi su tutti gli aspetti lavorativi. È stato inevitabile riprogrammare il day-by-day e risolvere i problemi organizzativi emersi dalla nuova situazione. Pur avendo dotato il nostro team di tutti gli strumenti per lavorare a distanza, non sempre è stata la condizione ottimale. La nostra professione è fatta di scambio, confronto e relazioni. La tecnologia certo agevola su molti fronti, ma l’immediatezza del contatto e il fattore umano non sono sostituibili. Ma non ci siamo fermati, anzi, abbiamo moltiplicato le risorse per migliorare sia gli strumenti e le procedure interne sia la comunicazione dei nostri clienti.
Abbiamo consolidato i rapporti con i clienti e, in particolare, rafforzato la collaborazione con LG Signature, il brand ultra-premium di LG Electronics per il quale seguiamo l’ufficio stampa per iniziative e progetti speciali in selezionati mercati europei. Anche a livello internazionale è stato un periodo molto impegnativo: le difficoltà che il settore media italiano stava vivendo erano le stesse di quello mondiale. Interagire con l’estero, quando la gran parte delle redazioni era in smart working o in contratti di solidarietà, è stato molto complesso. Ciò nonostante, anche in questi mesi difficili siamo riusciti a rafforzare i rapporti con i giornalisti. Quindi il 2020 è stato un anno che ha richiesto ancor più energie rispetto ai precedenti, ma durante il quale siamo riusciti a ottenere performance perfino migliori per i nostri clienti. In assenza delle fiere abbiamo creato nuovi contenuti per tenere costante l’attenzione sui brand che si affidano a noi.
Parliamo di media: da quelli tradizionali ai nuovi strumenti digitali. A vostro avviso, cosa c’è e cosa ci dovrebbe essere?
CB: Il panorama media è ormai molto vasto. Digital, social, carta stampata, siti e portali di informazione, piattaforme, app, podcast, canali TV… C’è tutto quello che può servire a un’azienda. La nuova sfida è districarsi in una proposta così ampia e diversificata. Ecco perché il nostro cliente sempre più si confronta con noi. Per individuare gli strumenti più adatti alle sue necessità e trovare il giusto equilibrio per massimizzare i risultati. Abbiamo scelto di essere una “boutique” proprio per riuscire a offrire una consulenza personalizzata e costante, collaborando a stretto contatto anche con altri consulenti e professionisti, per garantire un supporto a 360 gradi nell’ambito della comunicazione e dell’immagine aziendale. Perché ogni cliente ha una precisa identità, che deve essere rafforzata e valorizzata.
Digitale e carta stampata, chi cresce?
MP: Facendo un discorso molto generale, sembrerebbe che il digitale stia surclassando la carta stampata. Ma con uno sguardo più attento si colgono molte altre sfumature. In particolare nel settore dell’arredo e del design. Apparentemente il digitale viene premiato dai numeri, ma sia che si tratti di carta stampata o di media online c’è una assoluta ricerca di qualità. Le aziende hanno voglia di raccontarsi. Ecco allora che l’attenzione si sta focalizzando sui media che offrono questa opportunità. Soprattutto c’è interesse verso i media verticali, che fanno approfondimento. Le riviste così definite, con contenuti curati e ben espressi anche attraverso le immagini, hanno ancora grandi potenzialità di crescita. Ancor più se implementano il mezzo cartaceo con una controparte digitale che non si limiti a esserne una copia. Inoltre, per il nostro settore è spesso essenziale raggiungere il progettista e siamo convinti che le riviste che hanno saputo creare un network ben targettizzato e definito siano ancora la strada giusta. Dalla carta stampata stiamo tutt’ora avendo grandi soddisfazioni e continuiamo a crederci, anche se per le aziende il ROI non è facilmente tracciabile.
I rapporti con le testate sono cambiati?
CB: I rapporti con le testate, intese come redazioni, non sono cambiati, essendo fatti ovviamente di relazioni personali. Certo, la tecnologia da un lato ha velocizzato i processi e dall’altro ha apparentemente creato delle distanze con il giornalista, ma alla fine è il fattore umano quello premiante. Tanto più è stretta la collaborazione tra ufficio stampa e redazione – entrambi dei tramiti – più vantaggioso è il risultato per l’azienda. Non crediamo in una comunicazione auto-referenziata, ma difendiamo il valore di un racconto fatto da un giornalista al quale si ha avuto modo di spiegare, o meglio ancora mostrare, i valori un’azienda o il suo prodotto. Tante sono le sfaccettature di ogni marchio e tanti sono i messaggi che arrivano ai giornali, orientarsi non è facile. Per questo bisogna portare il giornalista alla scoperta degli elementi unici e distintivi del brand.
E all’estero? Cosa succede?
CB: Sempre in relazione al nostro settore, all’estero in generale assistiamo alle medesime dinamiche dello scenario italiano, le stesse difficoltà. Ma è anche vero che ogni mercato ha la sua dimensione. La sensazione è che, ad esempio, in Germania la comunicazione sia ancora molto radicata sul cartaceo rispetto alle altre nazioni. La Spagna, invece, sta andando verso un giusto equilibrio tra digitale e cartaceo. Insomma, ogni nazione ha le sue specificità, ma la cosa importante è riuscire ad adeguarsi ai cambiamenti senza però seguire il sentimento del momento e rischiare di sparire da mezzi tuttora rilevanti.
I clienti 2021 dello studio
Associazione Crespi d’Adda – Diemmebi – Doimo Cucine – FAS Pendezza – GD Dorigo – KennethCobonpue – La Casa Moderna – LG Signature – Milou Milano – Mydo.World – Quadrodesign – Sans Tabù – SCAB Design – Viganò Office