Crossover
Biomateriali per il design

Naturali, di recupero, a basso impatto. Ma soprattutto belli. La London Design Fair ha assegnato il premio Material of The Year ai derivati di origine biologica che, oltretutto, conferiscono a ogni creazione le splendide cromie e texture create da Madre Natura

Sono i biomateriali i vincitori dell’edizione 2019 di Material of the Year, l’evento promosso dalla London Design Fair che premia le soluzioni più innovative che l’industria dei materiali mette a disposizione del mondo del design.

Soluzioni che questa volta strizzano l’occhio anche all’ambiente. I biomateriali, infatti, sono derivati da sottoprodotti del settore agricolo che vengono raccolti nel momento più adatto per consentirne un utilizzo sostenibile. Un processo complesso, che a Londra è stato presentato attraverso quattro brillanti esempi, frutto del lavoro di designer capaci di dare vita a soluzioni funzionali, di notevole impatto estetico e a bassa impronta ambientale.

Fra questi Totomoxtle, un materiale da impiallacciatura che il suo creatore, Fernando Laposse, ha realizzato a partire dalle scorze di mais messicano sfruttandone le variegate cromie per dare vita a un materiale quasi pittorico. O ancora Parblex Plastics, una gamma di bioplastiche utilizzabili nella moda e nell’interior design che Chip[s] Board produce a partire dagli scarti di lavorazione delle patate. Non meno originale il materiale che lo Studio Tjeerd Veenhoven realizza a partire dalle foglie di palma: una biopelle che, in morbide strisce, viene utilizzata per la creazione di tappeti con motivi decorativi unici. A chiudere la carrellata è un marchio tutto italiano, High Society, un brand di design sostenibile che grazie a una particolare tecnica di stampaggio a pressione crea lampade e sospensioni a partire da scarti di origine vegetale come canapa, vinaccia e residui di coltivazione del tabacco.