Crossover
Alessandra Bertona

Proseguono le nostre interviste agli uffici stampa e alle agenzie di comunicazione. Questa volta è il turno di Alessandra Bertona, founder di Alessandra Bertona Communication

La quinta puntata di “comunicare il design” è dedicata ad Alessandra Bertona, fondatrice di Alessandra Bertona Communication, agenzia che per il 2021 segue le aziende Cinelli Piume Piumini, Rubinetterie Treemme, Toscanini, Morelato, Scandola Mobili e Dialma Brown.

Alessandra, quando debutti con la tua agenzia?

Dopo una lunga collaborazione con una nota agenzia di comunicazione milanese, nel 2017, sorretta da una grande voglia di intraprendere un percorso professionale in prima persona, decisi di aprire la mia società. Dopo pochi mesi fortunatamente il portfolio clienti iniziava a crescere a tal punto che non potendo seguire tutto da sola ho coinvolto Claudia Corcella, con cui avevo avuto modo di collaborare negli anni e che ha fin da subito creduto nel progetto. Sono stati tre anni intensi, con tanti progetti conclusi, con ottimi rapporti con i clienti e anche tante soddisfazioni, sembrava tutto perfetto ma poi, poi è arrivato il 2020. Un anno che ha destabilizzato tutto e tutti, me compresa anche perché l’inizio del primo lockdown ha coinciso con la nascita di mio figlio. Abbiamo reagito attivamente, anche per merito dei clienti, che hanno saputo darci la necessaria carica per affrontare la complessità del momento, trovando anche spazi e momenti di riflessione e di studio di nuove strategie.

Pochi anni ma molti e importanti cambiamenti nella tua professione

Effettivamente, è cambiato tutto dal nostro inizio, ma già allora, nel 2017, la nostra attività di comunicazione era molto diversa rispetto agli anni precedenti. Abbiamo puntato subito sull’on line, sul digital pr, e le nostre aziende hanno capito subito che non serve il racconto inutile, il parlarsi addosso, e si sono stabilite delle modalità profittevoli fra noi e loro. Come agenzia ci sentiamo profondamente coinvolte in ogni aspetto della vita e delle varie attività delle aziende, veniamo considerate, coinvolte e consultate su qualsiasi aspetto, dall’idea al progetto. Nel 2020, è iniziata una profonda e coinvolgente attività bifronte fra noi e le aziende che seguiamo, fatta di riorganizzazione dei siti, dell’ecommerce, dei diversi assetti aziendali, in una prospettiva non a breve ma a medio/lungo periodo. Naturalmente l’online non è tutto, vi saranno anche delle novità ‘concrete’ come l’apertura di showroom.

Come avete interpretato, in una situazione d’emergenza sanitaria, i rapporti con la stampa?

L’anno scorso ci è servito anche, e molto, per consolidare i rapporti con la stampa. Può sembrare paradossale, ma non vedere i giornalisti agli eventi, alle fiere, ai viaggi stampa ci ha messo nella condizione di stringere ancor più i rapporti con loro e con le loro riviste. Telefonicamente, via mail, con le video call siamo riuscite a stabilire dei contatti quasi ad personam, molto professionali ma anche empatici, che sicuramente abbiamo trovato molto più soddisfacenti di quando, ad esempio, si chiacchierava un po’ con tutti con un bicchiere in mano in occasione di un evento e, magari, avevi sempre la sensazione di non aver dedicato tempo e parole giuste per ognuno di loro.

E per quanto riguarda la mancanza di fiere?

La mancanza, la sospensione delle fiere non ha generato nei nostri clienti quel senso di ansia che ci sembra di avvertire in molte altre situazioni. Le aziende che seguiamo non hanno certo ridotto gli investimenti per questo, hanno invece investito il denaro risparmiato dal costo di una fiera in altre attività, attività interne, come corsi di aggiornamento, marketing e formazione per gli agenti. In molti casi, poi, il loro fatturato non è direttamente proporzionale alla presenza fieristica, e la fiera in sè viene considerata non tanto come fonte di business ma piuttosto come una vetrina. Vedremo cosa succederà nel prossimo futuro, probabilmente le aziende si concentreranno non tanto su una o poche fiere di carattere internazionale ma su tante e piccole fiere locali nel mondo. In ogni caso, la formula di una fiera interamente digitale non sembra trovare molto consenso.

Uno sguardo al futuro

E’ difficile, se non impossibile, che tutto torni come prima. Ma noi vediamo, in questo, un lato molto positivo. Dove la filiera dovrà adeguarsi, riorganizzarsi, reinventarsi. Si apriranno delle possibilità interessanti, nuove, inedite. Sicuramente non vi sarà più spazio per il conteggio puro e semplice dei grandi numeri, ma si andrà verso un maggior presidio territoriale, dove il controllo della qualità risulterà più valoriale. Eventi, presentazioni, inaugurazioni, certo, vi saranno ancora, è nella logica del progetto di comunicazione, ma andranno rimodulati su una nuova situazione, crediamo sia sempre più importante che ad un evento partecipi chi realmente avrà interesse. Certo, il rapporto umano, personale, rimarrà fondamentale, è insostituibile, questa vale dal giornalista al titolare dell’azienda. In questo ci sentiamo molto pronte, abbiamo sempre privilegiato questo tipo di rapporto. Qui credo che essere figlia di una famiglia di imprenditori giochi un ruolo essenziale. Sono da sempre abituata, anche per questa provenienza famigliare, ad una comunicazione concreta, come se io stessa fossi parte integrante dell’azienda e non una collaboratrice esterna. In un momento che non esito a definire di cambiamento epocale credo che certi valori possano ancora e forse ancor di più fare la differenza anche nel mondo della comunicazione.

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