La sesta puntata di Comunicare il Design è dedicata ad Alberto Cavalleri, di Cavalleri Comunicazione, che per il 2021 segue i brand Abimis, Acquabella, Aran Cucine, Carpet Edition, Catellani & Smith, Duka, Ethimo, Falmec, Hi-Macs, Newform Ufficio, Prisma, Rastelli, Turri, Wallpepper e Studio Zetass – Marcello Ziliani
La sesta intervista della serie “Comunicare il Design” è dedicata ad Alberto Cavalleri, di Cavalleri Comunicazione. Lo studio attualmente collabora con Abimis, Acquabella, Aran Cucine, Carpet Edition, Catellani & Smith, Duka, Ethimo, Falmec, Hi-Macs, Newform Ufficio, Prisma, Rastelli, Turri, Wallpepper, Studio Zetass – Marcello Ziliani. Mentre in passato ha seguito Adele C, Alivar – My Home, Alma Design, Antrax, Babini Office, BMI, Bologna Water Design – Urban Stories, Bonaldo, Bross, Cesana, Donati – Platek Light, Dow, Ernestomeda, Fabbian, Fontana Arte, Inspired Barcelona, Isa Idrosanitaria, Lamm, LetteraG, Merloni, Olympia Ceramica, Opera 3D, Pablodesign, Pali, Pucci Raso Parete, Roberto Giovannini, Robots, Toncelli, Toto, Vitra Ceramica.
Il vostro inizio, il presente, e il futuro
Gli inizi al plurale. In effetti gli inizi sono stati più d’uno. Per il primo inizio bisogna andare alla notte dei tempi. Quando ‘design’ era solo ’disegno’ in inglese. Quando ancora non si parlava di comunicazione. C’erano la grafica, l’immagine, la pubblicità. E io ancora ‘ragazzino’ che mi occupavo di questo in un ufficio creato apposta in Flos. L’ufficio stampa l’avevano la Fiat, il Presidente del Consiglio, l’ENI, ecc. Devo ammettere che tutto si è modificato in maniera così rapida che non riesco a ricordare tutte le puntate.
Il secondo inizio l’apertura di un mio ufficio stampa a Milano. Erano passati tanti anni dal primo inizio. Ma in via Petrarca iniziava la Cavalleri Comunicazione. Il primo cliente FontanaArte.
Il terzo inizio via Ventura. Lambrate stava diventando una periferia stimolante piena di vita e di vitalità. Cavalleri Comunicazione cresceva e l’arrivo di una Cavalleri in più – Francesca – a portare il futuro, e di giovani professionisti (tra cui Alessandra, Cinzia e Laura ancora con noi), a creare un super team, rendeva necessaria una sede adeguata alle nuove esigenze. E sono passati, ormai, quasi vent’anni. Cercando di rimanere con i piedi per terra ma con il pensiero e gli occhi sempre puntati al nuovo. Sì, gli inizi al plurale, anche perché, comunque, penso che ogni giorno sia un inizio.
Come è cambiata la comunicazione da allora a oggi… e domani
Sembra preistoria, ormai, ma ricordo che qualche anno fa, in fiera, al Salone, ho distribuito 47.000 (quarantasettemila) diapositive. La comunicazione era molto più fisica. Si passavano ore al telefono. Si arrivava a sera e non c’era più energia per parlare. Ora non si parla più! Si scrive. I telefoni non suonano più. La comunicazione è nell’aria. E’ veloce. E’ prêt a porter. Si consuma in fretta. Gli interlocutori dell’ufficio stampa che una volta erano editori, giornalisti e coordinatori di giornali, riviste, periodici tutti di carta, in Italia e intorno al mondo, si contattavano con lettere, pacchi, fax, fattorini, ecc.
Oggi? Mail. Mail che grazie alla facilità con cui vengono prodotte intasano i computer di tutti i nostri interlocutori… e i nostri. Mail amate e odiate. Mail irrispettose di cui si abusa quotidianamente. Ma certo la comunicazione non è solo questo.
Fra fisicità e digitale, come la state interpretando voi e le vostre aziende?
Social! Social! Social! Anni fa bastava avere un bel sito internet e credevi di essere decisamente ‘avanti’. Oggi se non sei social non hai spazio. Nella nostra agenzia ci sono persone che si occupano, ormai, solo di social e digital. Tutti i nostri clienti hanno al loro interno persone che fanno solo questo e noi li aiutiamo a essere tempestivi. Cerchiamo di trovare ogni giorno spunti e argomenti che possano essere postati e possano generare comunicazione.
Ma, ancora, la comunicazione non è solo questo. E’ per fortuna fatta anche e ancora di contatti. Di eventi, di fiere nel mondo che cerchiamo di seguire e che ci danno la possibilità di nuovi incontri, di nuove conoscenze, di nuovi stimoli. Prima del Covid in un anno siamo stati, soli o con clienti, a Parigi, Colonia, Londra, Ginevra, Francoforte, Mosca, Dubai, Shanghai e a un numero esagerato di eventi in Italia. Credo che la comunicazione del design sia anche questo.
Facciamo un gioco, definite voi stessi
Certo, e allora ci chiederemmo… ma siamo davvero così bravi? Abbiamo e abbiamo avuto clienti che devono crescere, clienti con immagine e fatturato consolidati, clienti leader nei settori in cui operano e abbiamo sempre trovato il modo per comunicare azienda e prodotto nei giusti modi. Lavorando fianco a fianco con i clienti, cercando di capire quali percorsi, entrando negli uffici con umiltà e lavorando duro senza essere mai stanchi. Cercando di imparare. Le strategie, spesso, non sono altro che la conseguenza di pensieri e azioni ’normali’ che per questo, riescono a diventare ‘straordinari’. Chi lo sa… magari riusciamo a far crescere anche la maggiore, la più conosciuta, la più prestigiosa delle aziende.
Continuiamo con il gioco, e fatevi una domanda
Eccola: ma questa nostra professione ha ancora senso oggi che tutto è così ‘facile’? Questo nostro lavoro, che noi crediamo importante, è davvero importante? E domani? In questa incertezza dove tutto sembra così effimero, così… senza molta concretezza, avremo ancora le necessarie motivazioni per continuare? Boh… ma è sempre un nuovo inizio!