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Mountain Chic

Da abitazione spartana a lussuosa villa per le vacanze. La seconda vita di un maso ristrutturato dall’architetto Francesca Neri Antonello nel rispetto del genius loci

Bergün è un piccolo comune svizzero nel Canton Grigioni, alle porte dell’Engadina. Lontano dalle rotte del turismo di massa, il paese è conosciuto per le piste su cui è possibile andare in slitta e per l’atmosfera rilassata. Qui, tra montagne e pascoli verdi, l’architetto Francesca Neri Antonello – FNA Concept ha trasformato una malga in una villa di famiglia elegante, recuperando non solo l’essenza ma anche i materiali dell’antico edificio.

«Nel maso ho preservato tutti i codici stilistici della montagna: la tradizione, la semplicità e il comfort – racconta Neri Antonello – I materiali che ho scelto sono molto semplici, perchè si deve tenere presente che questa in origine era un’abitazione rurale dove gli uomini convivevano con il bestiame». Il centro della villa è il grande soggiorno al piano terra.

Lo spazio che un tempo ospitava le stalle, privato delle partizioni, è diventato un’ampia zona giorno che prende luce dalle finestre aperte sulla facciata. Il pavimento in legno è quello originale, restaurato e pulito a regola d’arte. «Ho inserito delle porzioni di pavimentazione in ferro nelle zone di passaggio e davanti al nuovo camino. Un altro inserimento che dichiara la sua contemporaneità è la cucina, minimalista e super-tecnica, mentre accanto la stanza della stube è stata riportata al suo originale splendore. Un tempo era il luogo più prezioso della casa, dove la famiglia si ritrovava per riscaldarsi e stare assieme davanti alla stufa, ha ancora il profumo del cirmolo».

Al primo piano, così come in origine, ci sono le stanze da letto: una matrimoniale e una per i ragazzi, con letti a castello, entrambe affacciate con una balaustra in legno scolpito – originale della malga – verso il salotto. L’arredamento è un mix di mobili contemporanei e oggetti tradizionali. «Il tavolo da pranzo, a cui ho applicato delle nuove gambe in metallo, apparteneva alla famiglia del proprietario e ha un profondo valore emotivo.

Attorno, le sedie in abete sono quelle classiche della regione, rese più contemporanee dalla tinta color grafite stesa a pennello. A sottolineare la zona pranzo delle sospensioni in ferro che riescono a rendere più a misura d’uomo l’alto soffitto che sfiora i sei metri. Gli altri pezzi in legno sono tutti complementi antichi dell’Engadina, le ruote del carro contadino appoggiate all’ingresso ad esempio sono state rinvenute in cantina».