Un ostello di design, progettato rispettando l’estetica fatta di pareti con pannelli scuri in legno e tende bianche delle vecchie case tradizionali thailandesi
Basarsi il più possibile sulla struttura e sui materiali esistenti, concentrandosi sull’opportunità di riparare e aggiungere: si può sintetizzare così l’approccio progettuale abbracciato dallo studio thailandese IF Integrated Field nel delineare l’intervento su un edificio governativo degli Anni 50 a Bangkok da trasformare in ostello.

Il risultato è il Kloem Hostel, ricavato rispettando l’estetica fatta di pareti con pannelli scuri in legno e tende bianche delle vecchie case tradizionali thailandesi, quindi utilizzando sezioni rinnovate dell’edificio stesso che sono state inizialmente rimosse per essere poi aggiustate, lucidate, riverniciate e rimontate.

Anche dettagli come i telai delle finestre sono stati conservati così com’erano, ma è stato fatto anche un lavoro di modernizzazione, conglobando il vetro come nuovo strato per consentire l’ingresso della luce naturale e integrando nell’insieme una sezione in acciaio fabbricata ex novo, a rappresentare il tempo presente che si mescola con la storia.

Quanto alla pianificazione dello spazio, è stata gestita in modo da riadattare gli ambienti all’uso di ostello e da ottenere più dormitori – due femminili, uno maschile, uno misto – e stanze private per due o tre persone.

Qui rispondono a un target giovane i letti con tavolo da lavoro, armadietto e mensola personalizzabile: per far sentire gli ospiti come a casa, Kloem Hostel mette, infatti, a disposizione una scelta di oggetti quali piante in vaso, lampade in bambù, una boccia con un pesce siamese combattente, ventagli, libri, orologi.

Per il resto il clou è costituito dall’ampia area comune pensata come un salotto-bar e caratterizzata da una grande rete sospesa su cui accomodarsi per leggere, chiacchierare o riposarsi: una trovata divertente, perfetta per un target giovane come quello degli ostelli, target cui rispondono anche le amache, i materassi thai e i grossi cuscini distribuiti nelle zone condivise e nel giardino per i momenti di relax.

Il tutto si inserisce in una concezione dell’architettura, quella del sud-est asiatico, che ricerca costantemente un dialogo fluido, un continuum tra interno ed esterno.
