A Medellín Plan:b arquitectos dà forma a un hotel che si apre alla città, concepito perchè la vita quotidiana di quartiere conviva con quella dell’hotel e viceversa. Con un’estetica che ricerca la sintonia con il paesaggio locale
In Colombia, Medellín è la città dove la crescita di posti letto per le strutture alberghiere è aumentata più rapidamente negli ultimi anni. Modello in tutto il continente per il sistema di trasporti, la cultura e il basso tasso di criminalità, la città attira turisti e businessmen che l’hanno resa allettante agli occhi degli investitori del settore.

L’Hotel Click Clack è il secondo realizzato in Colombia. Dopo il successo di Bogotà, la catena alberghiera ha scommesso su Medellín, consolidandosi come brand con una struttura che raddoppia in capacità.

Progettato da Felipe Mesa e Federico Mesa di Plan:b arquitectos, l’hotel sorge nel cuore del quartiere storico di El Poblado, oggi il principale centro commerciale, oltre che turistico, della città.

Esattamente come per l’hotel di Bogotà, anche nel caso di Medellín prosegue la politica del marchio di integrazione e dialogo tra edificio e quartiere, ma viene portata coraggiosamente oltre: la pianta a C, se da un lato completa l’isolato, dall’altro viene perforata per rendere accessibile dalla strada lo spazio centrale interno. Un atto coraggioso, che mette in discussione il concetto tradizionale di hotel inteso come luogo dove vivere un’esperienza di comfort avulsa dalla realtà circostante.

Il concept alla base del progetto insegue il fermo proposito di promuovere l’interazione e gli scambi tra hotel e città, offrendo spazi ed eventi aperti a tutti e proponendosi come epicentro culturale valorizzando l’industria locale legata alla creatività, alle arti e alla gastronomia. Per perseguire tale obiettivo il nucleo centrale dell’edificio, ribassato rispetto al piano stradale, si apre su una giungla di piante autoctone e una serie di spazi dove si concentra l’offerta di bar e ristoranti, ma anche di locali ibridi a funzione variabile, raggiungibili dall’hotel e dalla strada tramite percorsi, rampe e scalinate.

Lo stesso dinamismo si riflette sui fronti esterni dell’edificio, che presentano una sovrapposizione di piani orizzontali non allineati, con porzioni aggettanti e rientranti, finestre a tutt’altezza, balconi, giardini e terrazze che hanno la funzione di dinamizzare l’isolato.

Al movimento dei fronti corrisponde una grande varietà di tipologie delle camere – dieci -, concepite in modo tale che ognuna stabilisca una relazione unica con l’edificio: non esiste una pianta tipo in questo hotel, secondo la convinzione che ogni esperienza di ospitalità deve essere unica.

La scelta cromatica è rigorosa e minimalista: tanto gli spazi comuni come quelli privati sono caratterizzati dal colore grigio scuro di rivestimenti, con la struttura a vista ove possibile. I corridoi, rigorosamente dotati di luce naturale, delegano quella artificiale alle strisce led di colore verde e al numero delle camere convertito in corpo illuminante.

Le camere inseguono un’estetica industriale che ricorda il mondo della fotografia, con contenitori e divisori in ferro e vetro, mentre il legno è circoscritto al pavimento, al piano di appoggio e alla testata del letto.

L’edificio non passa inosservato: espressione della forza della sua struttura, è stato disegnato come “una grande macchina pesante e permeabile allo stesso tempo, resistente e accogliente”.

La scelta radicale del colore scuro per la struttura metallica è motivata dalla volontà di emulare quella tonalità d’ombra provocata dal contrasto della forte luce solare caratteristico di Medellín: “In un’interpretazione immaginaria, è come se l’edificio tentasse di scomparire fingendo di essere un’ombra creata dalla vegetazione” spiegano i progettisti.

Vegetazione tropicale lussureggiante che è elemento onnipresente in tutti i livelli, che colonizza tanto le superfici verticali quanto quelle orizzontali, e che insieme al grigio del cemento concentrato a quota terra compone la sobria palette dell’hotel.