Il made in Italy è la carta su cui puntare per il rilancio post emergenza. Ma richiede interpreti d’eccellenza, come Pedrali, che ha affrontato questo difficile 2020 con il lancio di nuove collezioni contract che vedono protagonisti design, comfort e sostenibilità
Il brand Italia è una garanzia. E lo è ancor di più quando riesce a coniugare bellezza, tradizione e innovazione, ovvero i tre cardini di Pedrali, eccellenza del settore dell’arredo e del design industriale la cui unicità risiede in una felice sintesi di tecnologia, saperi artigianali e cultura del progetto. Un’azienda che dagli anni Sessanta produce arredi per il mondo contract e residenziale puntando sull’Italian Way, cioè la capacità, unica, di coniugare ricchezza umana, eccellenza estetica, savoir faire, tecnologia, expertise artigianale e una cultura del progetto che si alimenta grazie allo scambio tra imprenditori, progettisti e designer per dare alla luce arredi che anticipano le esigenze del vivere contemporaneo. Il tutto realizzato internamente nei due stabilimenti di Mornico al Serio, dove vengono lavorati gli arredi in metallo e materiale plastico e gli imbottiti, e nella factory di Manzano, dedicata alle collezioni in legno. Obiettivo: offrire la massima qualità a una clientela che Pedrali raggiunge con la sua rete distributiva in oltre cento Paesi. E anche oggi, in un periodo particolarmente complesso a causa dell’emergenza Covid-19 e con tanti interrogativi, Pedrali guarda al futuro con entusiasmo e passione, e con idee e strategie molto chiare. Ce le racconta Monica Pedrali, CEO dell’azienda con il fratello Giuseppe.

L’emergenza Covid ha rivoluzionato la nostra realtà: come la state affrontando?
Sono stati mesi molto impegnativi, che ci hanno stimolato a dare un’ulteriore spinta ai processi di digitalizzazione. Solo la produzione ha vissuto uno stop temporaneo, mentre le altre aree operative hanno lavorato a pieno regime continuando lo sviluppo dei nostri progetti e sperimentando nuovi strumenti di comunicazione, dalle videointerviste ai nostri designer alle dirette Instagram passando per i tour virtuali del nostro showroom, che hanno soddisfatto una richiesta non solo di informazioni ma anche di contatto umano. Strumenti innovativi, che oggi ci hanno permesso di restare vicini ai nostri clienti, ma che saranno sempre più parte anche del domani.
Nonostante le difficoltà il vostro 2020 è stato ricco di novità…
A giugno abbiamo lanciato New Ideas 2020, nove collezioni che, tra l’altro, hanno visto anche il contributo di due nuovi designer. Il primo è Sebastian Herkner, insignito nel 2019 della menzione Designer of the year e guidato dall’interesse per la realtà artigiana, ma anche da una forte attenzione nei confronti di qualità e funzionalità, in perfetta sintonia con la filosofia Pedrali. L’interesse per i materiali innovativi e per i processi produttivi sono invece gli elementi da cui prendono vita i lavori di Robin Rizzini, un designer che progetta oggetti coerenti e pensati, rifiutando il design ridondante, così come l’uso di materiali non necessari.

Tra le varie collezioni, quali i modelli di punta?
Sicuramente i prodotti in linea con le esigenze del momento, quindi innanzitutto le tre nuove collezioni di imbottiti – Blume, Babila XL e Ila – che offrono un eccellente livello di comfort, un plus straordinariamente prezioso in questo momento, dove l’ambiente casa è vissuto più a lungo. Ma anche il nuovo tavolo Toa, che con i suoi materiali facilmente igienizzabili e la sua ampia gamma di dimensioni offre una versatilità ideale non solo per gli spazi ufficio ma anche per il sempre più diffuso home working.

Nelle nuove collezioni c’è anche l’impronta di un altro cardine di Pedrali, la sostenibilità…
Si, grazie a Remind e Babila XL “recycled grey”, i primi prodotti Pedrali realizzati in polipropilene riciclato al 100%, di cui il 50% proveniente da scarto di materiale plastico post consumo e il 50% da scarto di materiale plastico industriale, che presto utilizzeremo anche per altre collezioni. È un progetto su cui puntiamo molto per il futuro: la sfida è non solo quella di utilizzare materiale riciclato mantenendo i nostri standard qualitativi, ma anche di seguire una filosofia “km zero”, privilegiando fornitori locali.

L’emergenza sanitaria ha anche portato alla ribalta gli spazi outdoor come ambito in cui coniugare socialità e sicurezza: qual è la vostra risposta?
In questo momento, se da una parte cresce l’attenzione per i giardini e le terrazze delle nostre case, dall’altra settori come la ristorazione vedono negli spazi open air un’occasione di ripresa. Per questi nuovi scenari abbiamo sviluppato tre nuove collezioni, Panarea, una poltrona e una lounge con intreccio in corda di polipropilene, Reva Twist, un elegante divano a tre posti e una poltrona lounge dalle forme morbide e di dimensioni generose, e il lettino Rail, pensato per godere di momenti di relax all’aperto.

Nel 2018 avete partecipato a Orgatec, dove avete presentato nuove collezioni per il mondo office. Come si sta evolvendo la vostra proposta in questo ambito?
Per noi è un settore sempre più importante, e sempre più vicino anche a contesti come l’ospitalità e il residenziale, in cui stanno emergendo esigenze nuove che richiedono prodotti versatili. Oltre ai già citati tavoli della collezione Toa, proponiamo i ribaltabili Ypsilon Tilting, le cassettiere Boxie e le sedute Modus, soluzioni che si prestano a una rapida riconfigurazione degli spazi e che possono essere utilizzate anche nel residenziale grazie al loro comfort ed eleganza.
E per quanto riguarda il contract?
Per noi non si tratta di un mercato a sé. I nostri prodotti sono concepiti per essere utilizzati negli ambiti più diversi, dall’ospitalità alla ristorazione, dal residenziale agli spazi ufficio, garantendo il meglio in termini di durabilità, prestazioni e manutenibilità, il che li rende “naturalmente” adatti anche al contract. In più, le nostre soluzioni offrono ai progettisti la massima libertà compositiva e le più ampie possibilità di personalizzazione in termini di dimensioni, rivestimenti, colori e finiture. Un contract, insomma, senza i tradizionali limiti del contract.

Abbiamo parlato di sostenibilità: come si declina in Pedrali l’attenzione all’ambiente?
Secondo un’ottica globale che abbraccia tutti i nostri processi. Prestiamo massima attenzione alla riduzione del consumo di materie prime, al riuso e riciclo e al controllo delle emissioni. Ma il primo passo della sostenibilità è realizzare prodotti durevoli. Fin dalla loro progettazione, i nostri arredi sono pensati per essere disassemblati, quelli realizzati in materiale plastico sono riciclabili e quelli in legno utilizzano legnami provenienti da foreste certificate e vernici a base acqua di origine vegetale. Proprio quest’anno, poi, abbiamo compiuto un nuovo passo avanti nella direzione della sostenibilità con la certificazione Carbon Footprint, che misura le performance ambientali dell’azienda quantificando le emissioni di CO2 legate al ciclo produttivo.
Per concludere, qualche anticipazione sulle prossime novità?
A novembre presenteremo le nuove collezioni per il mondo office, con alcune novità che rispondono alle esigenze emerse da questa specifica fase. Continueremo naturalmente a promuovere il nostro modello di industria 4.0 fatto di stazioni di lavoro sempre più interconnesse, nuovi macchinari e spazi sempre più funzionali. Ma il fattore umano rimarrà centrale. Il nostro è un settore in cui si incontrano tecnologia e saperi artigianali, che vanno trasferiti alle nuove generazioni per mantenere quell’eccellenza del made in Italy su cui oggi più che mai il nostro Paese deve puntare.