Nell’anniversario che segna i 110 anni dalla fondazione, l’azienda pordenonese Savio 1910 – già Mario Del Savio – evolve l’antica arte della palladiana interpretandola attraverso la lente del contemporaneo
L’arte della palladiana, che trova nei territori tra Pordenone e Spilimbergo origini secolari, si innova grazie all’azienda Savio 1910, aprendosi a scenari ibridi e globali: il nuovo corso, avviato con l’art direction dello studio Zanellato/Bortotto, riafferma i valori di unicità, autenticità e grande sapienza manuale introducendo concetti di leggerezza, colore, contaminazione, per rendere il marmo ancora più ricercato, materico e prezioso.

Nella loro direzione creativa, Zanellato/Bortotto hanno deciso di coinvolgere altri due studi di progettazione di diversa provenienza geografica e professionale – Mae Engelgeer è una textile designer olandese, David/Nicolas uno studio libanese attivo nel campo dell’interior e dell’art design – proprio per esplorare approcci trasversali che raccontano le potenzialità del marmo come elemento di forte appeal grafico ed estetico che si declina in superfici e rivestimenti speciali.
Da queste collaborazioni nascono nove collezioni, tre proposte per ogni designer, che valorizzano dieci marmi: partendo da pietre naturali della regione Friuli Venezia Giulia, come il Grigio Carnico e il Fior di Pesco Carnico. Le lastre, superfici prefinite realizzabili su progetto per ottenere formati versatili e personalizzabili, si caratterizzano per spessori ridotti e peso contenuto; i dieci marmi possono essere abbinati ad altrettante tonalità di cemento per offrire un’ampia gamma di pattern customizzabili.

Tra i primi esiti di questo nuovo progetto, la linea Opus Certum, a firma di Zanellato/Bortotto, dove la tipica pavimentazione formata da pietre di tagli diversi e irregolari lascia il posto a composizioni studiate nel dettaglio, realizzate unendo il lavoro manuale all’uso di strumenti di lavoro attuali. Le venature del marmo vengono frammentate da pattern di cemento colorato, che disegnano motivi ricercati e inusuali.

Una prima interpretazione, Vague, richiama la palladiana più classica suggerendo un diverso andamento della superficie con onde fluide e sinuose.
Dot è invece un gioco di contrasti tra il disegno irregolare del fondo e dei cerchi essenziali e perfetti.
Optic, infine, è contraddistinta da forme dello stesso marmo ricomposte tra loro, delimitate da un gioco ottico di linee discontinue che si inseguono senza mai incontrarsi.