Dalle porte ai soffitti, ogni superficie di questo appartamento nel centro storico di Mantova è decorata da preziosi affreschi del Seicento. A scoprirli sono stati i proprietari che lo hanno acquistato per farne il proprio pied-à-terre in città
È un viaggio nel tempo Contrada San Domenico, appartamento al piano nobile di un palazzo del XVII secolo a Mantova, nel centro storico, restaurato da Francesca, responsabile comunicazione, e Luigi, giurista a Palazzo Chigi. Varcato l’ingresso, si resta subito affascinati dai magnifici affreschi portati alla luce durante il restauro, uno scrigno di testimonianze artistiche che vanno dal Seicento all’Ottocento.
Ma a catturare lo sguardo sono anche i tanti oggetti e souvenir raccolti dai proprietari nel corso di numerosi viaggi, un mix di suggestioni orientali e occidentali che vede convivere in armonia ex voto messicani, statuette azteche, tessuti tibetani, manufatti della Roma imperiale e vasi laccati birmani. “Francesca se ne è innamorata immediatamente – racconta Luigi -. I primi dettagli che ci colpirono furono la mensola del camino e i pavimenti in cotto settecentesco in quella che oggi è la camera matrimoniale”.
Il resto dell’immobile, un tempo annesso al convento dei Carmelitani Scalzi e fino alla metà dell’Ottocento residenza della famiglia Todeschini, era in cattivo stato e privo di decorazioni: pareti, soffitti e porte erano imbiancati a calce. È quasi per caso che il team di restauratori composto da Marica Negri, Isotta Lorenzini e Massimo Sidoli ha scoperto le caratteristiche originarie e gli affreschi poi recuperati con un complesso lavoro di rimozione dai muri degli strati di intonaco per mezzo di bisturi e piccole spatole.
“Gli affreschi sulle porte della cucina e del soggiorno stavano per essere buttati via perché si pensava risalissero agli Anni 50 e fossero privi di valore – spiega Luigi.- Quando sono stati rinvenuti ci siamo emozionati. Lo stesso è successo quando sul soffitto di uno dei bagni, che stava per essere demolito per far posto alle tubature, è emerso un affresco cinquecentesco raffigurante il mito di Fetonte”. Altre gemme si nascondevano nell’attuale salone di rappresentanza: candelabri della seconda metà del Settecento e un maestoso cartiglio seicentesco sopra il camino.
Mentre la camera da letto accoglie tracce di decorazioni risalenti alla seconda metà del XVII secolo e motivi ottocenteschi di evidente influenza austriaca, che ricordano quelli tipici delle residenze aristocratiche altoatesine. Per dare risalto a un ambiente così prezioso, nella scelta degli arredi si è puntato su linee semplici e pulite, mentre le lampade, passione di Luigi, sono state selezionate attingendo dai migliori nomi del design italiano, tra i quali spiccano Flos e Fontana Arte.
Quanto alla palette di colori, per le pareti si è optato per una cromia neutra, ma dotata di un’identità distintiva, e per vernici a base di silicati, minerali che permettono ai raggi di luce di penetrare direttamente nel pigmento rendendolo cangiante. Anima dell’appartamento è la cucina di Maistri personalizzata ad hoc: in uno spazio elegantemente conviviale, quello che a prima vista sembra marmo è in realtà la lastra ceramica Noir Desir di Laminam, materiale fine e molto resistente.
