Levin-Packer Architects trasforma un antico edificio di epoca ottomana nel nuovo Sofia Sea of Galilee Hotel Tiberias
Un grande retaggio storico può essere un vincolo ma anche una straordinaria opportunità. Così l’hanno intesa i progettisti di Levin-Packer Architects, che firmano il nuovo Sofia Sea of Galilee Hotel Tiberias partendo da una antica struttura di epoca ottomana, riportata a nuova vita grazie a un linguaggio minimal e all’utilizzo di un unico nuovo materiale.
A ispirarlo è un ritrovamento quasi casuale avvenuto all’inizio dei lavori di riqualificazione, che avevano innanzitutto previsto la rimozione dell’originale pavimentazione a piastrelle allo scopo di preservarla: la scoperta di un marchio sulla loro faccia interna recante la scritta “Damasco”, da cui è originato un complesso lavoro di ricostruzione filologica della storia del luogo, all’epoca parte di una vasta area di fiorenti commerci.
L’edificio originale, un’antica dimora costruita alla fine del diciannovesimo secolo, era composto da un piano terra destinato alle attività commerciali e un secondo piano utilizzato come spazio abitativo, che il progetto di Levin Packer Architects ha reinterpretato mantenendone le proporzioni originali e trasformandoli rispettivamente nella hall d’ingresso dell’hotel e in una grande spa.
Il tutto con un minimo apporto di materiali, sia per non sovrapporsi all’essenza degli spazi sia per rifunzionalizzarli secondo una lettura filologicamente rispettosa del loro passato.
Sulla base di questo approccio ha preso avvio una narrazione estetica che mantiene come protagonisti le antiche piastrelle decorative, utilizzate per la pavimentazione della hall, i blocchi di basalto che compongono la struttura dell’edificio, i suoi solenni pilastri e architravi in pietra calcarea e le eleganti ringhiere decorative, cui il progetto ha affiancato un nuovo corpo di fabbrica destinato a ospitare nuove funzioni quali un ristorante, un bar, un’enoteca, alcune sale conferenze e le camere.
Ad accogliere gli ospiti è la scenografica hall a doppia altezza in cui è racchiusa, architettura nell’architettura, la facciata originale dell’edificio, evocativo omaggio al suo fiorente passato. Da qui si accede alla reception della spa e a uno spazio relax, separati da arredi collocati al centro degli ambienti in modo da enfatizzarne le pareti in roccia basaltica e i pilastri in marmo di Carrara che ne scandiscono i volumi.
Materiali originali anche per l’hammam turco, la sauna e le sale per i trattamenti rigeneranti, che trasportano gli ospiti in un’esperienza sensoriale che è anche un viaggio nel tempo.
Lavorano invece per sottrazione gli interni del nuovo corpo di fabbrica, in particolare quelli delle camere e della sala ristorante, improntati a una modernità discreta fatta di linee essenziali e materiali neutri che valorizzano ulteriormente le importanti forme dell’edificio originale.