Suggestivo, fantasioso e instagrammabile: è il nuovo Belmont di Vancouver, con interni disegnati da Daniel Meloché e Kado Design
Un albergo inaugurato nel 1912, trasformatosi nel giro di un secolo da locanda a pub irlandese a night club, e ritornato, infine, alla funzione originaria con un nuovo e suggestivo aspetto targato Daniel Meloché Design e Kado Design.
È il Belmont di Vancouver, boutique hotel nel cuore del vibrante Granville Entertainment District, rimodernato di recente con un progetto d’interior design concepito con un obiettivo: dare vita a un ambiente accogliente come una casa e al contempo fantasioso e “completamente Instagrammabile”, sottolineano i progettisti.
Già, perché nell’era dei social anche questo è un aspetto importante assieme all’idea che quando si rinnova una location è comunque sempre fondamentale conservare, se non valorizzare, i segni del passato. “Ritrovandoci a lavorare in un edificio storico, abbiamo progettato ogni area in modo da rendere omaggio alle origini dell’edificio stesso”, hanno dichiarato gli architetti degli studi Daniel Meloché e Kado. “Il tutto riutilizzando ciò che si poteva, per rientrare nel budget limitato che avevamo a disposizione”.
Altra linea guida è stata quella di conferire a ogni area dell’albergo un’identità riconoscibile attraverso una grande cura dei dettagli, pur nell’armonia dell’insieme. Se nelle camere da letto si è optato per uno stile tra il moderno e il rétro, nel club The Basement, punto di riferimento per party e dj-set, si è mirato a un’estetica visivamente stimolante, incentrata sull’uso di colori pastello, forme giocose, luci al neon, insegne luminose provocatorie e wallpaper originali, vedi i fenicotteri che incorniciano l’inaspettata pista da bowling a disposizione dei clienti, cui si affiancano videogiochi arcade anni 80 e 90, per un effetto nostalgia.
Poi c’è il Living Room, bar-ristorante comprendente una stanza privata chiamata The Den, sorto sulle ceneri di un Irish pub con muri di mattoni: “Abbiamo rivitalizzato entrambi gli spazi con una mano di pittura. Dal pavimento in legno massello alle piastrelle in terrazzo a motivi geometrici fino alla carta da parati, ogni finitura contribuisce a creare l’atmosfera che si respira solitamente in una casa”. Qui la tavolozza dei colori è audace e intrigante (si va dal fucsia degli sgabelli al blu petrolio di muri, boiserie e soffitto; una parete accoglie una serie di vecchi telefoni analogici riverniciati con tinte pop e quasi ogni pezzo esposto proviene da vintage shop locali.
Mentre The Kitchen, altra stanza privata utilizzabile per festicciole o meeting per massimo 25 persone, accosta una vasca di ghiaccio per champagne a un pavimento a scacchi bianchi e neri e a una carta da parati botanica. Non è da meno la facciata esterna, che attira lo sguardo dei passanti a colpi di tende a righe e graffiti optical su sfondo rosa chewing gum.