Trieste si tinge di colori: un’invasione di sculture firmate Cracking Art, a partire dal Salone degli Incanti, animano i luoghi più significativi della città. Fino al 17 ottobre
Oltre cento animali colorati, di varie fogge e dimensioni, hanno invaso la città di Trieste. Merito di Cracking Art, uno dei fenomeni d’arte contemporanea più conosciuti al mondo, e della mostra Incanto, visitabile fino al 17 ottobre. Così, per incanto, in modo improvviso e imprevedibile, come per magia.

Questa è l’atmosfera che si respira a Trieste attraverso l’apparizione di creature sorprendenti, che hanno preso dimora nelle architetture storiche della città. Una mostra diffusa che interessa non solo spazi all’aperto ma anche quelli al chiuso che già in passato hanno ospitato artisti illustri. A partire dal meraviglioso Salone degli Incanti, dove un’invasione di chiocciole colorate ha preso possesso del luogo con lo spirito leggero e favolistico di un gioco meraviglioso.

Tutti i luoghi più significativi della città sono popolati da grandi animali dalle tinte sgargianti che rendono il cuore di Trieste una galleria d’arte a cielo aperto. Chiocciole, rondini, conigli, coccodrilli, elefanti, pinguini, lupi e rane: la plastica si trasforma e diventa mezzo di comunicazione, e da semplice materiale di uso comune e sostanza potenzialmente dannosa per l’ambiente, si modella divenendo elemento decorativo e fonte di ispirazione.
Il movimento Cracking Art nasce nel 1993 con l’obiettivo di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale. Il termine Cracking Art deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi, spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Ma con il nome di cracking catalitico è anche chiamata la reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica: per gli artisti è questo il momento in cui il naturale permuta in artificiale, l’organico in sintetico, ed è proprio questo il processo che intendono rappresentare attraverso la loro arte.

Le opere sono realizzate per ispirare a livello comunitario una conversazione circa l’importanza e l’impatto ambientale della rigenerazione, che si esprime per azioni performative coinvolgenti, in cui installazioni fuori scala – come i celebri animali colorati – invadono i luoghi, dagli spazi deputati all’arte a quelli della vita quotidiana. Perché rigenerare la plastica significa sottrarla alla distruzione tossica donandole nuova vita. E farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un innovativo linguaggio estetico una nuova sensibilità nei confronti della natura.
