Progetti
Idin Atelier

IDIN Architects ridisegna la propria sede in quel di Bangkok con obiettivi diversi. Da un lato, proteggere gli uffici dal caos del quartiere circostante e, dall’altro, immergerli nella natura al punto da confonderli con essa

Nascondere, mimetizzare: l’architettura può fare anche questo. In un’epoca di progetti scenografici che rispondono perlopiù allo scopo di attirare l’attenzione con location in grado di imprimersi nella memoria fino a diventare iconiche, lo studio thailandese IDIN Architects ha disegnato la propria sede in quel di Bangkok con obiettivi ben diversi.

Da un lato, proteggere gli uffici dal caos del quartiere circostante, il Ratchadaphisek, zona trafficata e rumorosa; dall’altro, immergerli nella natura al punto da confonderli con essa. 

Partendo da questo approccio, lo studio fondato nel 2004 da Jeravej Hongsakul ha ideato un edificio rivestito in cedro carbonizzato, una sorta di presenza invisibile che si compone di una serie di volumi sfalsati, ma interconnessi, e che con il suo colore scuro avvolto dalla vegetazione si inserisce nel contesto urbano divenendone parte, ma celandosi.

Gli alberi attorno e i cortili ricchi di verde che fendono la struttura sono elementi integranti del progetto: oltre ad assicurare privacy ai dipendenti e collaboratori di IDIN Architects, regalano loro un panorama rilassante.

In più sono utili per assorbire il rumore delle strade vicine e offrire riparo a volatili e altri animali.

Dotate di vetrate dal pavimento al soffitto, le zone di lavoro affacciate a nord godono di questa vista e di luce naturale.

Per prevenire il surriscaldamento degli ambienti, il prospetto ovest assume, invece, la forma di un muro solido e senza finestre, mentre il lato esposto a sud è usato solo per la circolazione dei visitatori.

Quanto agli interni, in un’ottica di armonia tra dentro e fuori si è puntato su pareti nere che richiamano il rivestimento esterno dell’edificio, ma contemporaneamente si è giocato con i contrasti abbinandovi pavimenti e arredi in legno chiaro, dalla libreria ai tavoli per riunioni.

Non manca, al terzo piano, una suite residenziale privata, mentre l’unico spazio visibile dall’ingresso principale è quello del Modernism Cafè, bar su due livelli aperto al pubblico, che funge anche da reception per IDIN Architects e dove il menu e alcuni elementi estetici omaggiano grandi architetti dell’era moderna quali Le Corbusier, Walter Gropius, Louis Kahn, Frank Lloyd Wright, Mies van der Rohe.

Qui i materiali sono acciaio, vetro e legno, le pareti in vetro possono essere aperte e chiuse secondo necessità e tra i dettagli si notano una divertente miniatura raffigurante uno stormtrooper (tributo a “Guerre stellari”) con occhiali in stile Le Corbusier, e righelli metallici – strumenti essenziali per gli architetti – trasformati in barre led a sospensione.