Progetti
Palazzo Experimental

Sorge a Venezia, in un elegante palazzo rinascimentale, il primo hotel italiano di Experimental Group. Un progetto di DOROTHÉE MEILICHZON, con uno speciale cammeo di CRISTINA CELESTINO

Experimental Group, noto per la progettazione di luoghi di ospitalità e convivialità che rispettano profondamente il genius loci delle città in cui sorgono, ha affidato a Dorothée Meilichzon il disegno di Palazzo Experimental, primo indirizzo italiano del gruppo che per l’occasione ha scelto un sontuoso palazzo rinascimentale – prima dimora dell’ingegnere Giovanni Stucky, poi sede della Compagnia Adriatica di Navigazione – che si affaccia direttamente sul Canale della Giudecca, nel sestiere di Dorsoduro, oggi trasformato in un hotel dal mood contemporaneo ma ricco di elementi decorativi della migliore tradizione veneziana.

Dell’antico palazzo si sono conservati molti elementi architettonici originali – le travi, l’imponente altezza del soffitto al primo piano, la galleria, le finestre gotiche e le doppie porte in legno – per omaggiare la tradizione lagunare ma rivisitandola in chiave contemporanea. A partire dalle scelte cromatiche, che si ispirano alla luce e ai colori della laguna, alternando nuance pallide – ma molto luminose – come il crema, il giallo pallido, l’azzurro cielo, il grigio argento e il verde acqua a tonalità più decise come il bordeaux, il corallo e il nero. Perché il futuro del colore, secondo Meilichzon, è nel contrasto tra delicati toni pastello – la sua prima vera passione – e una nuova gamma di tinte scure che da poco sono entrate nella sua tavolozza.

Una narrazione che prosegue nelle camere e suite, ricche di piastrelle smaltate a mano, dettagli in marmo Breccia Capraia e tessuti sontuosi, lampade cromate e preziosi dettagli in ottone. Qui le tipiche pareti in marmorino o in stucco veneziano fanno da sfondo alle importanti e originalissime testiere in legno intagliato: vere e proprie sculture che incredibilmente riescono a mixare l’ispirazione gotica allo stile postmoderno.

Le decorazioni a righe riprendono le strisce delle maglie dei gondolieri, e ovunque trionfano l’amore per la simmetria di Dorothée Meilichzon, gli amati archi a tutto sesto, i grafismi e studiati dettagli in stile Art Dèco che sono la sua cifra e rendono il suo stile unico e inconfondibile. Tra i piccoli capolavori anche i comodini di alluminio serigrafato ornati da strisce in acciaio spazzolato.

Mentre per l’Experimental Cocktail Club al piano terra, il terzo dopo Parigi e Londra, Dorothée Meilichzon si è rivolta all’amica e designer Cristina Celestino, laureata proprio a Venezia e che per l’occasione ha scritto una lettera d’amore per la città. Il bar, infatti, è un salotto dall’atmosfera intima e sofisticata, che conserva tutto il fascino del luogo. Un originalissimo progetto di interior dal quale traspare tutta la passione di Cristina per Venezia e la sua architettura, ricco di riferimenti alla illustre cultura della Serenissima. Immancabili le citazioni scarpiane nell’uso del marmorino incorniciato da telai metallici.

Le decorazioni a righe riprendono le strisce delle maglie dei gondolieri, e ovunque trionfano l’amore per la simmetria di Dorothée Meilichzon, gli amati archi a tutto sesto e studiati dettagli in stile Art Dèco