Da un lato un edificio abbandonato che un tempo ospitava un albergo e una stazione ferroviaria, dall’altro una società specializzata nella produzione di software. È un emblema dell’incontro tra antichità e contemporaneità, la nuova sede Lightspeed di Montreal progettata da ACDF Architecture
Da un lato un edificio abbandonato che un tempo ospitava un albergo e una stazione ferroviaria, dall’altro una società specializzata nella produzione di software. È un emblema dell’incontro tra antichità e contemporaneità, la nuova sede Lightspeed di Montreal progettata dallo studio canadese ACDF Architecture in tre diverse fasi, tra il 2015 e il 2020.

Il tutto a partire da una richiesta ben precisa, da parte dell’azienda tecnologica: celebrare il glorioso passato dell’edificio in stile Neo-Château dando vita, però, a un ambiente al passo coi tempi, giovane e flessibile. Ma andiamo per punti.

Siamo all’interno di un complesso dall’aspetto quasi fiabesco, con torrette aguzze affacciate su un ampio piazzale. Nella prima fase dei lavori sono stati riconvertiti tre piani del medesimo, imponenti spazi a doppia altezza impreziositi dalla presenza di travi in legno o in acciaio tempestate di bulloni: si è deciso di mantenere sia questi elementi, sia i muri in mattoni grezzi rimasti dopo che la struttura era stata bonificata dall’amianto nei primi anni 2000.

Dopodiché si è andati avanti combinando tradizione e innovazione in modo da alleggerire gli ambienti, idea che ha trovato la massima espressione nella realizzazione della hall d’ingresso, dove a catturare l’attenzione è il bancone in laminato bianco della reception, decorato con grafiche rosse dall’americano Jason Botkin: strisce che allungandosi sul pavimento e arrampicandosi sul muro provocano un’illusione ottica andando al contempo a comporre la forma del logo di Lightspeed (una L e una S avvolte a mo’ di fiamma).

In questo intreccio di linee sono state poi inserite tre cabine per riunioni simili a casette, con interni tappezzati in feltro colorato visibili da più angolazioni: un cenno al comfort delle abitazioni private, ma anche il biglietto da visita di un’ambientazione pensata con una dose di humor, vedi le finte ombre dipinte a terra.
A tutto ciò si sono aggiunte una cucina e un’area relax ispirata alla piscina che completava gli ex uffici di Lightspeed: il pavimento in resina epossidica verde acqua e gli sgabelli in fibra di vetro fabbricati su misura dall’artigiano Etienne Hotte e volutamente simili a reperti rinvenuti nel mare donano a questa zona un sapore onirico, l’impressione è di avere di fronte un bar un tempo sommerso e riportato alla luce.

Non manca un murale dell’artista brasiliano Arlin Graff, mentre negli spazi di lavoro a pianta aperta i mobili s’insinuano tra rovine industriali, alti soffitti in legno, angoli che ricordano soffitte e muri di mattoni elegantemente sfilacciati: il contrasto tra vecchio e nuovo è assicurato e il dinamismo complessivo rispecchia la filosofia di un’azienda giovane come Lightspeed, dove l’età media dei dipendenti è tra i 30 e i 35 anni.
A questo punto si è passati alla seconda fase: nel 2017 i lavori sono ricominciati con l’obiettivo di implementare un nuovo piano terra dedicato allo sviluppo del prodotto e ACDF ha affrontato ancora una volta la sfida con un approccio volto a ottenere un ambiente flessibile e giocoso, perfetto per accogliere più team.

Moduli per lavorare in squadra o meno si dispongono come isole nello spazio, tonalità pastello si diffondono su pareti e pavimenti come ombre, mentre oltrepassando il vecchio muro centrale si giunge al “vicolo”, area comune dove il passato dell’edificio è più evidente che altrove e risalta ancor più nel suo incontro con finiture lucide e moderni banconi per incontri e meeting.

Quanto alla fase 3, si è chiusa nel 2020, con la trasformazione di un ex spazio di archiviazione in una rete di aule di formazione, strutture per riunioni e zone di lavoro.

Il risultato è un progetto architettonico ricco di dinamismo, che punta sul contrasto tra zone volutamente più buie e luminosi corridoi bianco lucido caratterizzati da passaggi ad arco, oltre che su sottili giochi di trasparenze e riflessi e sull’accostamento di mattoni rossi, superfici da utilizzare come lavagne, legno caldo e inserti e complementi in marmo.
